Quasi la metà dei 69 migranti a bordo della nave Humanity 1 della ong Sos Humanity attesa a Ravenna per domani, 25 aprile, proviene dal Sudan, probabilmente in fuga dal conflitto esploso il 15 aprile nella capitale Khartoum fra l’esercito regolare e il gruppo paramilitare delle Rapid support forces (Rsa). Gli altri migranti provengono da Nigeria, Eritrea, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Bissau, Mali, Niger, Senegal, Sud Sudan e Togo. Lo rende noto la Regione Emilia-Romagna.
L’attracco alla banchina del terminal crociere a Porto Corsini è confermato per le 8.30 del 25 aprile, quindi dopo cinque giorni di navigazione dal salvataggio in mare avvenuto nella notte tra il 19 e il 20 aprile al largo delle coste libiche. Si tratta del terzo arrivo di una nave ong a Ravenna dopo i due precedenti, in entrambi i casi della Ocean Viking: il 31 dicembre scorso, con 113 migranti di cui 34 minori, e il successivo 18 febbraio, in cui arrivarono 84 persone (58 minori).
La distribuzione dei migranti sbarcati a Ravenna dalla nave Humanity 1
Come comunicato dalla prefettura di Ravenna, che riporta le notizie ricevute dall’equipaggio a bordo (in fondo alla pagina un breve video che spiega la situazione sulla nave), il gruppo soccorso dalla Humanity 1 è composto da venti minori non accompagnati, che resteranno temporaneamente nelle strutture in provincia, e 49 adulti (sotto i 40 anni) tra cui una sola donna che verranno così distribuiti in regione: 12 accolti a Bologna, 10 a Modena, 6 a Reggio Emilia, 5 a Forlì-Cesena e altrettanti a Parma, 4 a Ferrara, 4 a Rimini e 3 a Piacenza. A Ravenna resteranno anche quelli che dovessero aver bisogno di ricovero ospedaliero. Le condizioni di salute verranno attentamente valutate al momento dello sbarco, anche se a bordo viene effettuata una prima visita e si verificherà se ci sono casi di infezione da Covid-19 o persone affette da altre patologie.
Sbarchi migranti, la Regione critica il governo Meloni: «Serve un piano di programmazione»
L’assessore regionale al Welfare, Igor Taruffi, in costante contatto col presidente Stefano Bonaccini, nel tardo pomeriggio di oggi, 24 aprile, sarà a Ravenna per una verifica della macchina organizzativa: «L’Emilia-Romagna fa la sua parte per persone che fuggono dalla povertà e da situazioni drammatiche, spesso di guerra, confermando la sua vocazione di solidarietà e accoglienza. Di nuovo, però, registriamo l’assegnazione di un porto di sbarco lontano giorni e giorni di navigazione dal punto di salvataggio, e l’assenza di un piano di gestione sia degli sbarchi sia dell’accoglienza da parte del Governo. Ribadiamo di essere pronti a fare la nostra parte e a confrontarci con l’Esecutivo, che deve però uscire da una logica solo emergenziale, senza alcuna programmazione, con i Comuni e i territori spesso lasciati soli».
[1/2] “The job really starts after […] everybody is safe on board.” What happens to survivors after a rescue has been carried out? Care Coordinator David explains from on board what the next steps are as the #Humanity1 continues its long journey to the port of #Ravenna. pic.twitter.com/3hdjyYDOAR
— SOS Humanity (international) (@soshumanity_en) April 24, 2023