L’arma dell’omicidio di Christian Battaglia potrebbe essere nelle mani degli investigatori a distanza di 24 ore dalla morte. La polizia scientifica, infatti, ha sequestrato alcuni coltelli da cucina al termine del sopralluogo svolto nel pomeriggio di oggi, 21 settembre, nell’abitazione di via Cura a Ravenna dove il 47enne è stato colpito da un fendente al torace in una lite con un conoscente, il 62enne Mario Antonio Iadicicco, residente nella casa e ora in carcere a Port’Aurea con l’accusa di omicidio volontario. Tra quei coltelli si presume ci sia quello che Iadicicco ha impugnato poco prima delle 22 di ieri: una lama di circa 15 cm di lunghezza.
Il 23 settembre si svolgerà l’autopsia disposta dalla procura (pm Stefano Stargiotti). La difesa (avv. Massimo Ricci Maccarini) fa sapere di avere massima fiducia nel consulente nominato dall’accusa, al punto da valutare la possibilità di non nominare un perito di parte. Al momento si sa che Battaglia è morto verso le 23 in ospedale, trasportato dal 118 che lo ha raccolto in strada all’incrocio tra via Cura e via Oberdan, a poche centinaia di metri da piazza Duomo. La chiamata con la richiesta di soccorsi è stata fatta da un passante che ha trovato l’uomo accasciato sull’asfalto, agonizzante. Battaglia infatti ha lasciato sulle sue gambe l’abitazione di Iadicicco in una palazzina di tre piani, un alloggio popolare condiviso con un 53enne tunisino estraneo ai fatti, per poi cadere a terra a distanza di qualche decina di metri.
È possibile che l’indagato nei momenti successivi al colpo inferto non si sia reso conto della gravità del gesto vedendo che il rivale si è allontano da solo e senza spargimento di sangue sulla soglia dell’appartamento dove è avvenuta la lite.
L’accusato è stato interrogato per quasi due ore dagli inquirenti e ha collaborato rispondendo alle domande per fornire la sua versione dei fatti che coincidente, nei punti salienti, con la ricostruzione già emersa anche su queste pagine. La coltellata sarebbe arrivata quando Battaglia è entrato nell’abitazione, definito da Iadicicco in stato di alterazione, rianimando un litigio che si era concluso tre ore prima nella vicina piazza Baracca, dove era presente anche il tunisino. Iadicicco però sostiene che in quell’occasione avrebbe ricevuto una bottigliata da Battaglia senza riportare gravi lesioni e le cose si sarebbero chiuse senza ulteriore violenza. Fino a tre ore dopo quando Battaglia si è presentato alla porta di casa.
La circostanza della bottigliata sembra trovare conferma in un altro episodio. In piazza Baracca verso le 19 è intervenuta una volante della polizia chiamata dagli avventori di un bar preoccupati per il degenerare della lite fra i tre uomini. Battaglia è stato identificato dai poliziotti mentre gli altri due si erano già defilati e proprio quella circostanza ha permesso alla polizia di avere subito tra le mani il nome di un sospettato quando dall’ospedale è arrivata la comunicazione della morte di Battaglia.