Con 130mila euro tre container navali diventano la nuova caserma dei carabinieri

In via Allende la nuova sede dell’Arma è un progetto innovativo di edilizia sostenibile: fotovoltaico sul tetto per l’autosufficienza e struttura rialzata per fronteggiare altri allagamenti

3Poco meno di un anno dopo la drammatica alluvione che ha travolto il centro abitato, Sant’Agata sul Santerno ha una nuova caserma dei carabinieri. Ora i quattro militari in servizio nel paese di circa 2.500 abitanti sono in un edificio nuovo al 29 di via Allende. Il Comune ha messo a disposizione una porzione di un parcheggio pubblico e in pochi mesi, con una spesa di 130mila euro sostenuta dal comando generale, è stato realizzato un prefabbricato di circa 80 mq che diventa un progetto pilota per altre strutture dell’Arma. Nel pomeriggio di oggi, 28 marzo, l’inaugurazione ufficiale.

La vecchia caserma in via Vittorio Emanuele II, dove i carabinieri erano in affitto, aveva riportato danni ingenti che la proprietà privata dell’immobile non era in grado di restaurare in tempi brevi. E così si è scelto di realizzare una nuova struttura per riportare in paese i militari che erano stati temporaneamente ospitati dai colleghi della vicina Massa Lombarda.

La caserma di Sant’Agata è stata costruita dalla ditta Ecosystem Puglia di Brindisi su progetto dell’architetto Vincenzo Russi di Perugia: gli ambienti sono ricavati con tre container navali, montati su pilastri di cemento a 80 cm da terra e coibentati con pareti di oltre 30 cm di spessore. Il fotovoltaico sul tetto e le batterie di accumulo dovrebbero rendere la struttura energeticamente autosufficiente (non c’è allacciamento al gas).

A fare gli onori di casa è stato il comandante provinciale, il colonnello Andrea Lachi: «Veder tornare i carabinieri in paese credo che sia un bel segnale per la comunità e ci fa molto piacere esserci riusciti in tempi così brevi».

Alla cerimonia era presente anche il sindaco Enea Emiliani che ha ricordato il dolore dei giorni di maggio del 2023 che costarono la vita anche a due persone nel comune: «Abbiamo fatto tutti uno sforzo per compiere questo risultato. È una bella soddisfazione e ci piace l’idea che questa tecnica prefabbricata sia un esperimento pilota per i carabinieri in altre parti d’Italia».

Il primo cittadino, a margine dei momenti ufficiali, ha riassunto la situazione in paese dopo undici mesi dall’alluvione: «I lavori da fare sono ancora tanti e il sosteno dello Stato è lento e poco, soprattutto in termini di forza lavoro». Emiliani ci tiene a ricordare che il Comune deve far fronte a tutte le pratiche burocratiche dei privati ma si trova a essere a sua volta un soggetto alluvionato: «Una parte dei nostri uffici sono ancora sistemati provvisoriamente nella scuola, non è facile lavorare così. Il nostro personale già prima era al limite per gestire le pratiche ordinarie, ritrovarsi con tutto lo straordinario della ricostruzione è un peso enorme. Ci sarebbe voluta una task force dello Stato».

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