Piera Ebe Bertini, la 77enne uccisa dal marito ieri (9 settembre) nella loro abitazione di via Lolli, a Ravenna, soffriva da una decina d’anni di una malattia degenerativa che era giunta alla fase terminale. Oggi sarebbe dovuta entrare in una struttura di assistenza – rivela la sorella del marito, Enzo Giardi, al Resto del Carlino – «ma evidentemente lui non ha retto. La curava come fosse una bambina ed era convinto che nessuno l’avrebbe mai curata come faceva lui».
Lui, continua la sorella, intervistata anche dal Corriere Romagna, «l’adorava, era stata la donna della sua vita. È stato il gesto di un uomo disperato che viveva per lei. Non usciva più – è la dichiarazione riportata dal giornalista Lorenzo Priviato sul Carlino -, non veniva più alle cene. Cercavamo di aiutarlo, i figli erano sempre a disposizione, ma lui voleva fare tutto da solo. Le preparava i pasti, le tritava il cibo, la imboccava», a volte facendosi aiutare da delle badanti, «convinto però che nessuno sarebbe riuscito a curarla con la stessa attenzione e la stessa premura che aveva lui», ha dichiarato la sorella anche al Corriere.