venerdì
15 Agosto 2025
ALLUVIONE

Faenza, nuova manifestazione degli alluvionati: “Servono misure più radicali”

Il 7 dicembre l'iniziativa che avanza una serie di richieste alle istituzioni

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Gli alluvionati romagnoli tornano in piazza. Sabato 7 dicembre alle ore 14.30, al Parco Gatti di Faenza, si terrà una manifestazione organizzata dal comitato Borgo Alluvionato in collaborazione con Rete360, una rete civica che unisce associazioni e comitati di tutta la Romagna. Tra gli aderenti alla manifestazione c’è anche l’associazione ambientalista Legambiente.

«Ciò che è avvenuto in Romagna non è solo un problema locale. Stiamo vedendo le conseguenze di una crisi climatica importante. Quella del 7 dicembre sarà una manifestazione della comunità civile», affermano gli organizzatori. «Crediamo che quanto successo nei territori romagnoli dal maggio 2023 a oggi non possa essere affrontato come problema locale e di coloro che ne hanno subìto le dirette conseguenze. Gli eventi verificatisi sono stati classificati come la terza catastrofe mondiale del 2023 ed eventi comparabili si stanno ripetendo con una ricorsività preoccupante, in Emilia-Romagna, in Italia, in Europa e a livello mondiale, e sono la diretta conseguenza di una crisi climatica importante».

La manifestazione non vuole essere solo una protesta, bensì un’occasione per ribadire alcune richieste rivolte alle istituzioni. Tra queste, gli organizzatori chiedono ristori rapidi e congrui, una struttura commissariale adeguata e connessa al territorio, una legge nazionale per le emergenze climatiche e i disastri, un’urgente azione di prevenzione climatica negli insediamenti urbani, una ricostruzione partecipata ed equa attraverso strategie che rispettino l’ambiente, un’attenzione speciale per l’Appennino e la partecipazione attiva dei cittadini nella redazione dei piani di protezione civile.

«Ad oggi siamo di fronte a risultati deludenti, con i cittadini colpiti costretti a pagare la ricostruzione e fragilità territoriali che persistono», concludono Borgo Alluvionato e Rete 360. «Servono misure più radicali e adatte a fronteggiare il cambiamento climatico in atto. Non si può pensare di ricostruire come prima di fronte a un’alluvione che ha allagato un terzo della pianura romagnola e che ha messo in evidenza la necessità di attuare misure più radicali e adatte al cambiamento climatico in atto, aldilà di interessi di parte o calcoli elettorali».

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