Castrese De Rosa chiude la sua esperienza come prefetto di Ravenna, durata poco meno di tre anni, con la convinzione di aver ridotto la distanza tra i cittadini e l’istituzione rappresentata: «La prefettura è la casa dei ravennati – ha detto il funzionario di origini napoletane incontrando la stampa per l’ultima volta – che devono sapere di poter trovare ascolto nei nostri uffici». È questa che considera la soddisfazione maggiore di un periodo di cui, assicura, conserverà un ricordo prezioso. L’ultimo anno e mezzo che lo sapere dalla pensione lo passerà a Catanzaro: «Avrei concluso volentieri la mia carriera a Ravenna, ma per noi decide il ministero dell’Interno e ogni 2-3 anni c’è una rotazione». Al suo posto, a Ravenna, dal 9 dicembre arriverà Raffaele Ricciardi dalla prefettura di Gorizia.
L’era De Rosa a Ravenna è stata contraddistinta da una costante apertura comunicativa della prefettura verso l’opinione pubblica, con un rapporto diretto frequente con la stampa, anche per una sorta di vicinanza verso una professione conosciuta in prima persona: «Ho scritto il mio primo articolo a 17 anni sul Gazzettino Campano e poi ho lavorato per Il Mattino e per Il Roma».
Nell’ultimo incontro con la stampa, De Rosa ha voluto al suo fianco i tre dirigenti degli uffici di piazza del Popolo (secondo la pianta organica dovrebbero essere sette) per ringraziarli dell’apporto e della collaborazione: «In prefettura lavorano 56 persone ed è grazie a loro che abbiamo potuto fare tutto quello che è stato fatto».
Nel riassunto di quanto fatto nel triennio e di com’è la città oggi, la commozione incrina la voce di De Rosa su due argomenti: la gestione degli sbarchi dei migranti dalle navi ong e l’inaugurazione di uno stabilimento balneare inclusivo aperto ai disabili a Punta Marina. «In totale abbiamo accolto 16 navi con 1.567 persone. E scelgo volutamente di usare la parola persone anziché migranti». Ognuna delle sedici volte De Rosa è stato in banchina: «Rappresento lo Stato ed è giusto che fossi lì ad accogliere persone. La rete di associazioni e realtà del territorio ha dimostrato una grande capacità di accoglienza».
Nel bilancio finale non può mancare un accenno alla sicurezza e all’ordine pubblico. I dati dei primi dieci mesi del 2024 mostrano un calo delle denunce di reati rispetto al 2023: i furti in totale sono diminuiti del 3,6 percento, i furti in abitazione del 5,7, quelli nei negozi del 20,6 percento, quelli dalle auto in sosta del 14,4».
Nel corso del periodo passato a Ravenna, sono stati esaminate 239 posizioni di vari soggetti privati e imprese per individuare eventuali rischi di infiltrazioni mafiose. Finora nessun provvedimento è stato emesso, ma non è escluso che le istruttorie possano portare a emanare interdittive nei prossimi mesi.
Al successo Ricciardi spetterà anche il compito di completare quella che De Rosa considera la mancanza che non ha fatto in tempo a colmare: «Stiamo lavorando all’aggiornamento dei piani sicurezza per le 34 imprese a rischio di incidente rilevante. La prima dovrebbe essere ormai pronta e poi si continuerà con tutte le altre».