sabato
14 Giugno 2025
fusignano

Lafert non fa marcia indietro sulla chiusura: inizia lo sciopero dei lavoratori

I sindacati: «In ballo i destini di 60 famiglie, chiediamo urgentemente un tavolo istituzionale regionale». Anche il sindaco al presidio

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lafert
La foto condivisa su Facebook dal sindaco di Fusignano Nicola Pondi

Ventiquattro ore di sciopero contro la chiusura della Lafert di Fusignano: al termine dell’assemblea dei lavoratori di ieri (mercoledì 15 gennaio) i sindacati di Cisl, Cgil e Uil hanno proclamato lo stato di agitazione del personale e un pacchetto di 24 ore di sciopero a disposizione di assemblea e Rsu. Le prime due ore si sciopero si sono svolte appunto ieri, dalle 10 alle 12. A breve verranno decise le altre iniziative di sciopero in programma nei prossimi giorni.

L’assemblea dei lavoratori, unitamente alle Rsu e alle organizzazioni sindacali territoriali, ha preso atto con disappunto della volontà aziendale di chiudere lo stabilimento di Fusignano nonostante gli impegni dichiarati anche recentemente per un rilancio della produzione nel sito. La situazione lascia in ballo i destini di 60 famiglie del territorio.

Dall’assemblea dei lavoratori e dai sindacati si preannuncia la richiesta urgente di un tavolo istituzionale regionale al fine di affrontare la situazione attuale, con lo scopo di salvaguardare il sito produttivo e le posizioni lavorative.

Anche il sindaco di Fusignano Nicola Pondi interviene sulla questione «Con i lavoratori e le lavoratrici di Lafert. Stamattina ho partecipato allo sciopero indetto da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, insieme alle lavoratrici e lavoratori di Lafert. Come tutti, ho appreso anche io dell’imminente chiusura dello stabilimento dagli articoli usciti sulla stampa locale lunedì 13 gennaio. È una notizia che ha travolto tutta la nostra comunità e che ha l’assoluta attenzione di questa Amministrazione dato il pesante effetto che questa scelta avrà sulle lavoratrici e lavoratori e sul territorio – scrive il sindaco in un post su Facebook – Il primo pensiero è rivolto alle 60 famiglie travolte da questa decisione inaspettata da parte dei vertici del gruppo, considerando che in più casi interi nuclei familiari sono dipendenti dell’azienda. Mi sono da subito confrontato con tutte le categorie sindacali e con l’assessore regionale Giovanni Paglia per attivare nell’immediato un tavolo di crisi. La priorità mia e di questa Amministrazione sarà quella di tutelare i lavoratori, le lavoratrici e le loro famiglie che ad oggi si trovano davanti ad un futuro di assoluta precarietà».
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