Il numero unico europeo di emergenza 112 sarà attivo in tutta la regione Emilia-Romagna dall’1 aprile 2025 quando coprirà gli ultimi tre distretti telefonici: Imola (prefisso 0542), Ravenna (0544) e Faenza (0546). Si conclude così il percorso in sette tappe iniziato il 3 dicembre 2024: finora erano stati 15 i distretti raggiunti.
Componendo il 112 si può richiedere l’intervento della polizia, dei carabinieri, dei vigili del fuoco, del soccorso sanitario e del soccorso in mare. L’introduzione del numero unico, con tempi diversi sull’intero territorio nazionale, recepisce la direttiva dell’Unione europea finalizzata ad armonizzare i servizi di emergenza e a permettere a chiunque si trovi sul suolo europeo di effettuare chiamate di emergenza componendo un unico numero di telefono valido in tutti gli Stati membri.
Dopo il completamento di questa prima fase di avvio, in base alla dotazione tecnologica e alla attivazione del servizio h24, sarà possibile includere anche le sedi della polizia locale tra gli enti di soccorso.
Il numero 112 non sostituisce, ma si affianca e si integra con gli attuali numeri di emergenza nazionali (112, 113, 115, 118 e 1530), che continuano a restare attivi: i cittadini possono chiamare il 112 per qualsiasi tipo di emergenza, oppure continuare a comporre i diversi numeri abituali.
La centralizzazione delle chiamate assicura, dal punto di vista organizzativo e operativo, una gestione coordinata e integrata tra le diverse forze coinvolte, la tracciabilità della chiamata, la risposta multilingue e l’accesso alle persone con disabilità, anche dell’udito.
Al 23 marzo, nei primi 110 giorni di operatività, nei distretti telefonici dove è stato attivato con date differenti, sono complessivamente 324.133 le telefonate ricevute, con una media giornaliera di 2.071 in quelli di Bologna (attivo dal 3 dicembre 2024), Rimini e Forlì-Cesena (dal 4 febbraio), Comacchio, Ferrara e Lugo (dal 4 marzo), 1.605 in quello di Parma e Piacenza (dal 21 gennaio) e Reggio Emilia (dal 18 febbraio) Modena, Mirandola e Sassuolo (dal 18 marzo). Per tutti i distretti telefonici il tempo medio di risposta al cittadino è di 4,7 secondi.
Quanto alle telefonate riguardanti attività ed eventi non inerenti ad emergenze, per i distretti di Bologna, Rimini, Forlì-Cesena, Comacchio, Ferrara e Lugo sono il 41%, pari a 92.972 telefonate. Sono, invece, 134.841 le telefonate inoltrate alle centrali di secondo livello: di queste, 64.456 riguardano emergenze sanitarie, 36.921 i Carabinieri, 24.859 la Polizia, 8.578 i Vigili del Fuoco e 27 la Capitaneria di Porto.
Per Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Mirandola e Sassuolo il filtro degli operatori, utile a liberare le centrali di secondo livello da chiamate che non richiedevano interventi urgenti, è pari al 47% (45.304 telefonate). Alle centrali di secondo livello sono state inoltrate 51.016 telefonate: di queste, 22.742 riguardano emergenze sanitarie, 15.042 i Carabinieri, 10.761 la Polizia e 2.471 i Vigili del Fuoco.
Il modello organizzativo messo a punto dalla Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con il ministero dell’Interno e i vertici delle Forze dell’ordine e dei Servizi di emergenza coinvolti, prevede che tutte le chiamate effettuate ai tradizionali numeri di emergenza nazionali (112, 113, 115, 118 e 1530) siano convogliate e prese in carico dalle due Centrali Uniche di Risposta (Cur), collocate una a Bologna e una a Parma, a seconda della provenienza della chiamata. Ogni Cur prevede 24 postazioni di lavoro, più 8 di riserva, sulle quali si alterneranno in più turni un totale di 90 operatori tecnici.
Il nuovo sistema di gestione delle chiamate permette alle CUR di ricevere in tempo reale l’identificativo e di localizzare in maniera rapida ed immediata la posizione geografica dell’utente, riducendo il tempo di intervista di chi chiama.