martedì
24 Giugno 2025
attivismo

Le benefiche ribellioni

Tra militarizzazioni, zone contaminate e violazioni dei diritti umani a Gaza: se ne è parlato in una conferenza universitaria a Ravenna. Con finale a sorpresa...

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Maggiori Maestri
Maggiori e Maestri nella locandina dell’evento

Lo scorso 10 aprile a Ravenna, a Palazzo Corradini, si è tenuta la conferenza universitaria, in italiano con traduzione simultanea in inglese, organizzata da ravennastudents4palestine; evento che rientra in una programmazione realizzata da studentesse e studenti del Collettivo Mangrovie e della Campagna End Fossil. Dopo quasi un anno dall’occupazione pacifica pro Palestina della facoltà di Ingegneria del Campus di Ravenna, studentesse e studenti sono tornate/i a parlare di militarizzazione, dei legami tra le entità militari israeliane e l’Università di Bologna, del cambiamento climatico e delle continue violazioni dei diritti umani a Gaza. Ospiti dell’incontro, Linda Maggiori e Andrea Maestri.

Scrittrice, giornalista freeelance e attivista ambientale, Linda Maggiori ha commentato la mappa delle zone contaminate d’Italia, dimostrando come questa si sovrapponga in molti luoghi alle zone sacrificate alla guerra. Dove si raffina ed estrae gas e petrolio, nei luoghi strategici del fossile, sorgono, spesso, centri militari e fabbriche di armi. Le guerre, inoltre, non devastano solo i luoghi in cui si scatenano, saccheggiano anche i “luoghi in cui i conflitti si preparano”, con fabbriche di armi, basi militari, poligoni e aree di addestramento. In Sardegna ci sono aree naturali, nei poligoni di capo Teulada o Quirra, che, per esercitazioni militari, sono state bombardate per anni, restando contaminate da torio e uranio impoverito – è stato spiegato nel corso dell’incontro -; i residenti avrebbero contratto leucemie e tumori, oltre a malformazioni tra neonati e cuccioli di animali. A seguito del piano di difesa militare comunitario Rearm Europe (Readiness 2030), proposto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la situazione sta peggiorando e molte fabbriche dual use stanno intensificando la loro produzione di armi. Si moltiplicano al contempo le voci della società civile, soprattutto di donne, che si oppongono con determinazione alla logica del riarmo. A Colleferro, nella Valle del Sacco, anche detta “valle dei veleni” per inquinamento pregresso, sta per nascere una nuova fabbrica di esplosivi, la prima del piano Rearm. La Rete delle mamme da nord a sud, all’inizio di aprile, con un comunicato stampa, ha lanciato un appello in cui dichiara di opporsi al “sistema guerra”, a ogni riarmo, alla propaganda bellicistica e al clima di paura che si vuole diffondere nell’opinione pubblica, chiedendo alla regione Lazio di non concedere le autorizzazioni.

A seguire ha preso la parola Andrea Maestri, avvocato per i diritti umani, attivista e autore di Il penultimo respiro di Gaza. Nel libro, edito nel 2024 da Left, l’autore racconta le violazioni e l’informazione parziale del conflitto in Palestina. Aiuti bloccati al confine, generi alimentari fermi, altri beni di primissima necessità sottratti a chi ne ha bisogno. E, nel magazzino della Mezzaluna Rossa egiziana di Al Arish, attrezzature fondamentali respinte indietro: bombole di ossigeno, desalinizzatori, generatori di elettricità, incubatrici per neonati, ausili per disabili, ambulanze dotate di strumenti medici e sanitari pronti all’uso. Nel suo intervento Maestri ha raccontato dell’esperienza drammatica vissuta in qualità di rappresentante di EducAid (Ong che opera nella cooperazione internazionale nei settori dell’educazione, del supporto psico-sociale e della promozione dei diritti dei gruppi più vulnerabili in vari Paesi del Sud del mondo) durante la Carovana solidale promossa da Aoi (Associazione che riunisce le organizzazioni operanti nella cooperazione internazionale), in collaborazione con Arci e Assopace Palestina, che ha portato una delegazione di cinquanta persone, tra parlamentari, operatori umanitari e giornalisti italiani, in Egitto, sul valico di Rafah, con l’obiettivo di promuovere un cessate il fuoco immediato a Gaza sotto l’egida dell’Onu (avevamo pubblicato la sua testimonianza a questo link).

Alla fine dell’incontro Amanda Quach, neolaureata alla Facoltà International Cooperation on Human Rights and Intercultural Heritage dell’Università di Bologna, Campus di Ravenna, inaspettatamente, è salita sul tavolo/cattedra dell’aula in cui si è svolto l’incontro e ha letto in inglese un testo che aveva preparato e che riporto di seguito con traduzione in italiano. Sono rimasta colpita e incantata dall’azione di Amanda: una bella sferzata di energia. È riaffiorato il ricordo del celebre film in cui Todd Anderson, dopo aver visto il professore di letteratura John Keating entrare in classe per raccogliere i suoi effetti personali, sale sul suo banco, mostrando di aver compreso l’incoraggiamento a guardare le cose da angolazioni e prospettive differenti ed è subito emulato dai suoi compagni. Grazie Amanda per la tua determinazione; speriamo che la tua intraprendenza sia d’ispirazione…

Questo il testo del discorso di Amanda:

Palestine is dead and we killed it with our lies
We killed it with our apathy
And we killed it right before our eyes

Palestine is dead
Beheaded babies shredded into pieces
Now laying in thousands, now thrown into in piles
The media said one thing
The parents know who no longer smiles

Faith, hope, and love are dead
And we killed them with our lies
We killed them with our apathy
And we killed them right before our eyes

Children are dead,
And we killed them with our lies
We killed them with our apathy
And we killed them

Justice is dead
And we killed it with our lies
And we killed it with our apathy
And we killed it right before our eyes

And if you ask me who i am
Why do i care
What flag do i wear

that would make me want to help them instead of you
The name the face doesn’t matter
I am not with you i’m with them

And no we cannot be friends
You who killed my father, brother, lover and my orange trees
You who flaunt your actresses and not ours on your magazines
Who call us terrorists because we call our unlawful murderers enemies
You who want us down on our knees

But we want justice before peace
Because peace first is a silence we call slavery
And resistance to occupation is a god-given and law-bound reality
We have a RIGHT to live
But your paid off to the media call us all killers to the brainwashed

Palestine is dead and killed it with our lies
We killed it with our apathy
And we killed it Ghibli style

How disgusting, how low
That we who know could go
Day by day
Witnessing this horrorshow – 15 activists bombed
And slowly becoming more cowardly
More and more silent, as the death toll increase

And you don’t even have to believe in this war or know anyone about who is fighting it
To think that it was heroic the way Sinwar died resisting to the last with a stick
While israeli diaper army comes close to humans and just shits
Pressing bombs from far away and smoking will they sit
And there are stories, so many stories
Never have there been more stories more heroic, more tragic and more romantic than that of palestine

And for palestine and the palestinians this is for them, and they will rise

TRADUZIONE

La Palestina è morta e l’abbiamo uccisa con le nostre bugie
L’abbiamo uccisa con la nostra apatia
E l’abbiamo uccisa proprio davanti ai nostri occhi

La Palestina è morta
Bambini decapitati fatti a pezzi
Ora stesi a migliaia, ora gettati in cumuli
I media hanno detto una cosa
I genitori sanno chi non sorride più

Fede, speranza e amore sono morti
E li abbiamo uccisi con le nostre bugie
Li abbiamo uccisi con la nostra apatia
E li abbiamo uccisi proprio davanti ai nostri occhi

I bambini sono morti
E li abbiamo uccisi con le nostre bugie
Li abbiamo uccisi con la nostra apatia
E li abbiamo uccisi

La giustizia è morta
E l’abbiamo uccisa con le nostre bugie
E l’abbiamo uccisa con la nostra apatia
E l’abbiamo uccisa proprio davanti ai nostri occhi

E se mi chiedi chi sono
Perché mi importa
Quale bandiera porto

Che mi farebbe voler aiutare loro invece di te
Il nome, il volto non importa
Io non sto con te, sto con loro

E no, non possiamo essere amici
Tu che hai ucciso mio padre, mio fratello, il mio amore e i miei alberi d’arancio
Tu che metti le tue attrici e non le nostre sulle copertine delle riviste
Che ci chiami terroristi perché chiamiamo nemici i nostri assassini illegittimi
Tu che ci vuoi in ginocchio

Ma noi vogliamo giustizia prima della pace
Perché la pace prima è un silenzio che chiamiamo schiavitù
E la resistenza all’occupazione è una realtà divina e sancita dalla legge
Abbiamo il DIRITTO di vivere
Ma voi, pagati dai media, ci chiamate tutti assassini per farlo credere ai cervelli lavati

La Palestina è morta e l’abbiamo uccisa con le nostre bugie
L’abbiamo uccisa con la nostra apatia
E l’abbiamo uccisa in stile Ghibli

Che disgusto, che bassezza
Che noi, che sappiamo, possiamo andare avanti
Giorno dopo giorno
Assistendo a questo spettacolo dell’orrore – 15 attivisti bombardati
E diventando piano piano più codardi
Sempre più silenziosi, mentre il bilancio dei morti cresce

E non serve nemmeno credere in questa guerra o conoscere chi la sta combattendo
Per pensare che sia stato eroico il modo in cui è morto Sinwar, resistendo fino alla fine con un bastone
Mentre l’esercito israeliano, ancora in pannolino, si avvicina agli esseri umani e… defeca
Premono i pulsanti delle bombe da lontano e fumano seduti
E ci sono storie, così tante storie
Mai ci sono state storie più eroiche, più tragiche e più romantiche di quelle della Palestina

E per la Palestina e per i palestinesi, questo è per loro, e loro si rialzeranno

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