
La preside del Polo tecnico-professionale di Lugo, Electra Stamboulis, è indagata per omissione di denuncia nel suo ruolo di pubblico ufficiale. In occasione di alcuni episodi avvenuti nella scuola tra il 2024 e il 2025, secondo la procura, la dirigente ha preferito la soluzione interna senza informare l’autorità giudiziaria. Stamboulis ha ricevuto l’avviso di conclusione indagine, l’atto che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio. L’indagata potrà chiedere di essere sentita o presentare una propria memoria difensiva. La notizia è riportata dai due quotidiani locali, Resto del Carlino e Corriere Romagna.
L’indagine fa riferimento a episodi di deturpamenti, imbrattamenti, danneggiamenti di muri, vandalismi, risse tra ragazzi e interruzioni di pubblico servizio legate ad allarmi antincendio fatti squillare di proposto durante le lezioni: reati procedibili d’ufficio e che dunque la preside avrebbe – secondo l’accusa – dovuto denunciare. Solo una minima parte degli episodi sotto indagine erano stati resi noti alla stampa.
Secondo il resoconto dei due quotidiani, l’indagine è aperta da mesi. Il commissariato di Lugo che conduce le indagini ha raccolto una ventina di testimonianze perlopiù di docenti. L’Ufficio scolastico regionale ha già disposto un accertamento ispettivo. Il Comune di Lugo ha aperto un tavolo per trattare la situazione del polo. Un gruppo di genitori ha promosso una raccolta firme per chiedere l’esonero della preside.
In parallelo si muove anche un altro filone di indagine in cui Stamboulis è accusata di diffamazione aggravata e ha ricevuto un avviso di garanzia dopo la querela presentata dal padre di un alunno coinvolto nell’ormai noto episodio di violenza del 22 marzo scorso nel cortile della scuola. Una banale lite tra due studenti per un debito di 5 euro era degenerata in un pestaggio di gruppo contro un 16enne (25 giorni di prognosi). Nei giorni caldi della polemica, in cui lamentò la fuga di notizie alla stampa, la dirigente in un post su Facebook avrebbe reso noti presunti problemi con la giustizia di uno dei ragazzi minorenni coinvolti.
Al Carlino l’indagata, difesa dall’avvocata Paola Converti, ha riferito di avere «la massima fiducia nell’autorità giudiziaria e in questo contesto è opportuno che le mie osservazioni avvengano unicamente nelle sedi istituzionali competenti».