Due container di armi e componenti bellici diretti in Israele (classificati come “esplosivi”) non saranno imbarcati al porto di Ravenna.
Sul tema, è in corso una conferenza stampa indetta «d’urgenza» dal sindaco Alessandro Barattoni, che ha rivelato di essere stato informato dell’arrivo dei container da alcuni lavoratori del porto. La segnalazione, arrivata nella serata di ieri (17 settembre), riguardava l’arrivo di due camion dal confine austriaco contenenti materiale esplosivo di classe 1.4, attesi nella mattinata di oggi al terminal cittadino per essere imbarcati in direzione Haifa.
Dopo la verifica della segnalazione, Comune, Provincia e Regione, in quanto azionisti, hanno quindi inviato una Pec alla Sapir per manifestare la propria contrarietà. L’azienda ha conseguentemente fatto sapere che non imbarcherà i container: «Siamo a chiedervi di valutare tutte le possibili azioni giuridiche per evitare che armi destinate a paesi in conflitto armato possano transitare nei terminal in concessione – si legge nella nota – come atto generale vi proponiamo inoltre di inserire formalmente nel codice etico di Sapir un articolo relativo al valore della Pace e della protezione internazionale dei diritti dell’uomo».
La lettera è stata inviata questa mattina, e poche ore dopo Sapir ha comunicato allo spedizioniere e alla compagnia di navigazione l’indisponibilità di scarico nel terminal ravennate.
Da parte del sindaco di Ravenna arriva anche l’appello al ministero: «Abbiamo contattato il ministro Salvini in data 2 settembre perchè riteniamo necessaria un’azione da parte del governo italiano che fa finta di non vedere e non sapere che dai porti delle città italiane stanno partendo armamenti diretti in Israele».