Sul finire della trentaseiesima edizione del Ravenna Festival, con il coronamento della Trilogia d’Autunno dal 12 al 16 novembre, l’organizzazione si prepara ad entrare in una nuova fase della propria storia, nel doppio segno della continuità e del rinnovamento. Lo scorso agosto infatti, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Ravenna Manifestazioni ha infatti deliberato all’unanimità la nomina di Anna Leonardi e Michele Marco Rossi come co-direttori artistici a partire dall’edizione 2026, accogliendo l’indicazione della fondatrice del Festival Cristina Mazzavillani Muti.
Si tratta di un mandato triennale, che nel 2026 prevede la collaborazione di Angelo Nicastro per la cura e la programmazione del Festival, mentre nel 2027 e 2028 Leonardi e Rossi saranno chiamati a delineare in autonomia i percorsi artistici della manifestazione. La delibera del CdA della Fondazione è stata anche occasione per rinnovare i ringraziamenti a Franco Masotti, per lo straordinario lavoro compiuto in questi anni di direzione artistica del Festival.
«Siamo felici e onorati dell’incarico che ci viene affidato – dichiarano Anna Leonardi e Michele Marco Rossi – La tradizione del Ravenna Festival affonda le sue radici nella visione di Cristina Mazzavillani Muti. Lavoreremo al nostro meglio per portare avanti quegli ideali, per continuare questa visione nel solco della multidisciplinarietà e della trasversalità culturale, generazionale e artistica. Ravenna è una grande casa delle artiste e degli artisti, un laboratorio del presente e una lente della contemporaneità. La nostra felicità va di pari passo con la speranza di contribuire a costruire un futuro in cui arte e cultura possano rappresentare sempre più uno strumento fondamentale di espressione per la vita delle persone, anche e soprattutto in questi tempi pieni di guerra e sofferenza».
Anna Leonardi e Michele Marco Rossi hanno già curato per la manifestazione i progetti Chiamata alle arti nel 2024, che ha portato a Ravenna oltre 300 giovani artisti tra orchestre, ensemble, performer, rapper, artisti visivi, compagnie teatrali e fotografi, creando uno spazio unico di espressione e scambio tra le nuove generazioni, e Cantare amantis est nel 2025, a inclusione delle due giornate di masterclass che hanno visto il Maestro Riccardo Muti guidare oltre tremila coristi provenienti da tutt’Italia in pagine di Verdi e nell’inno di Mameli.