Il Comune di Faenza ha deciso di abbattere alcune decine di alberi ai lati di via Cimatti nel tratto di circa 500 metri compreso tra il sottopasso della circonvallazione e via Santa Lucia. La decisione è motivata da quelle che vengono definite «urgenti e indifferibili ragioni di sicurezza pubblica». I lavori si svolgeranno dal 6 al 10 ottobre: in quei giorni nella fascia oraria 8.30–19 la strada sarà chiusa al traffico per consentire gli abbattimenti.
Al posto delle piante rimosse verranno collocate nuove alberature più resistenti, stabili e adatte all’ambiente urbano, in grado di garantire continuità paesaggistica e migliorare la qualità ambientale. La messa a dimora delle nuove piante avverrà tra i mesi di novembre 2025 e marzo 2026.
Gli alberi da abbattere sono pioppi bianchi piantati tra gli anni Sessanta e Settanta. Il Comune, in una nota alla stampa, afferma che gli alberi erano «già compromessi da interventi di capitozzatura eseguiti negli anni Ottanta e successivamente indeboliti da funghi lignicoli e dal maltempo, che hanno provocato più volte crolli e cedimenti. Le recenti alluvioni hanno inoltre aggravato la condizione degli apparati radicali, riducendo ulteriormente la stabilità degli alberi». Per valutare lo stato di salute è stata chiesta una perizia tecnica alla società Ares di Ferrara da cui emerge «un quadro di grave criticità strutturale e vegetativa, senza possibilità di recupero».
Il Comune rende noti ulteriori dettagli della perizia: «L’analisi di Ares, condotta secondo le linee guida del National Tree Safety Group (Ntsg), ha rilevato che “la maggior parte degli alberi presenta gravi problemi sia strutturali che vegetativi: molti esemplari sono deperiti, con chiome in fase di riduzione irreversibile e con apparati radicali compromessi. Le recenti alluvioni del 2023 e 2024, insieme ai lavori di regimazione idraulica, hanno ulteriormente aggravato la situazione, danneggiando le radici, costipando il terreno e alterando l’assetto del viale. In particolare, trenta alberi sono stati classificati come compromessi, ossia in condizioni tali da rappresentare un pericolo concreto per la sicurezza pubblica. Anche gli altri esemplari, pur non ancora arrivati a questo stadio critico, mostrano segnali evidenti di sofferenza e un degrado che non può essere arrestato. Per questo motivo, un abbattimento selettivo limitato agli alberi peggiori non sarebbe una soluzione efficace: al contrario, lascerebbe in piedi soggetti già indeboliti e più esposti all’azione del vento, aumentando il rischio di crolli improvvisi”».
La perizia si conclude esplicitando quanto “l’unica soluzione ragionevole, sostenibile e tecnicamente praticabile consista nell’eliminazione dell’intero impianto e nella sua sostituzione con alberi appartenenti ad altra o altre specie”.