giovedì
16 Ottobre 2025
Porto

Morto sul lavoro, camionista investito. Il sindaco: «Non comprendo come sia possibile»

L'incidente sul piazzale della Sapir durante operazioni di carico-scarico di argilla. Barattoni ha commentato ricordando i suoi 15 anni di lavoro nella logistica

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Un lavoratore è morto in un incidente avvenuto verso le 7 di stamani, 16 ottobre, al porto di Ravenna. Si tratta di Giuseppe Zuccoli, 67 anni, autista per la ditta di autotrasporti Ctf di Fossombrone. L’uomo è stato investito dal camion di un’altra ditta, la Gazzetti di Sassuolo, sul piazzale di Sapir, terminalista che opera nell’ambito dei materiali inerti. I due camionisti, infatti, erano al porto per operazioni di carico e scarico di argilla. Sul posto sono intervenuti i soccorritori del 118 e le forze dell’ordine per le indagini sull’accaduto.

Il segretario provinciale della Filt-Cgil, Davide Conti, sottolinea l’alta pericolosità di alcune operazioni al porto: «La dinamica esatta non è ancora nota, ma trattandosi di un investimento di un operaio a piedi si può già dire che è uno dei punti più delicati dell’attività portuale a Ravenna. Nello stesso spazio convivono lavoratori di ditte diverse, anche esterne come in questo caso, e tutto questo complica i protocolli di sicurezza».

Il sindaco di Ravenna, Alessandro Barattoni, ricorda di aver lavorato oltre 15 anni nel mondo della logistica, assistendo centinaia di volte a operazioni di carico, scarico, manovra e pesatura: «Ancora non riesco a comprendere come, ciclicamente, possano accadere eventi di questo tipo. Se prevenzione e protocolli non riescono ad azzerare i rischi, tutti noi, a partire dalle istituzioni pubbliche, dobbiamo fare un salto di qualità nell’affrontare il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Mi stringo in un forte abbraccio ai familiari dell’uomo deceduto, così come al camionista dell’altro mezzo coinvolto e agli operatori che erano al lavoro nel turno di stamattina».

Sull’episodio è intervenuta anche Ouidad Bakkali, deputata ravennate del Pd: «Esprimo il mio cordoglio e la mia vicinanza alla famiglia della vittima, al collega coinvolto e a tutti gli operatori che erano in servizio. Episodi come questo non possono più essere considerati fatalità. È necessario capire cosa non ha funzionato e agire con decisione affinché la sicurezza non resti un principio astratto ma diventi una pratica concreta, quotidiana, condivisa tra aziende, lavoratori e istituzioni. Il richiamo dei sindacati è giusto e urgente: vanno riviste le procedure di carico e scarico e potenziati i protocolli di prevenzione e formazione. Ma serve anche un salto di responsabilità politica. Occorre ripensare un nuovo Testo Unico sulla sicurezza, aggiornato e calato nella realtà di oggi, che superi strumenti inefficaci e renda davvero operative le tutele. La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un dovere collettivo e morale».

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