I componenti della procura federale presenti al Benelli in occasione di Ravenna-Ascoli (il big match del girone B del campionato nazionale di calcio di serie C, vinto dai giallorossi allo scadere) nella loro relazione hanno riscontrato violazioni alla norma dell’articolo 28 del Codice di Giustizia Sportiva. Lo certifica l’ultimo comunicato del giudice sportivo della Serie C. Si tratta dell’articolo che tratta gli insulti “per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine anche etnica, condizione personale o sociale”.
Il riferimento è ovviamente ai cori razzisti partiti da un gruppo di tifosi dell’Ascoli a fine partita, quando in campo erano rimasti – impegnati in un breve allenamento – solo i calciatori del Ravenna che avevano giocato meno, tra cui il match-winner Okaka, nel mirino dei razzisti insieme a Zagre e, pochi minuti prima, anche Tenkorang.
Alla luce della relazione citata, il Giudice Sportivo – si legge nel comunicato ufficiale – invita la stessa procura federale «a effettuare, nel più breve tempo possibile, accertamenti in ordine alla individuazione del Settore o dei Settori occupati nelle gare casalinghe dai tifosi della società Ascoli presenti alla gara in oggetto e posizionati nel Settore denominato Curva Sud Ospiti». In parole povere, il giudice sportivo chiede l’individuazione dei tifosi presenti al Benelli, resa più semplice dal fatto che era una trasferta riservata solo ai possessori di “fidelity card”. Nel comunicato non è fatto cenno alla sanzione ma, considerando altri casi simili, l’Ascoli rischia la chiusura di un settore del proprio stadio (presumibilmente la curva) in occasione di una o più gare casalinghe.
Nello stesso referto, è comunicata anche una sanzione di mille euro a carico del Ravenna perché i tifosi giallorossi avrebbero lanciato, durante la gara, «una bottiglietta di plastica e trentadue bicchieri di plastica contenenti liquido, nel recinto di gioco, senza conseguenze».



