La Casa delle Donne di Ravenna – lo spazio in una ex scuola in via Maggiore che ospita diverse associazioni e realtà del femminismo, della lotta contro le disuguaglianze, del contrasto alla violenza di genere e a favore dei diritti delle donne – chiede al sindaco di Cervia, il 44enne Mattia Missiroli eletto a giugno 2024, di dimettersi dall’incarico in quanto indagato per presunti maltrattamenti verso la moglie da cui sta separando dopo 16 anni di matrimonio. Oltre a Fratelli d’Italia, al momento si tratta dell’unica voce locale a chiedere le dimissioni del primo cittadino cervese. Il Pd, partito di Missiroli, si è limitato a chiedere «chiarimenti immediati».
«Come già capitato per altre situazioni simili – si legge nella nota inviata dalla Casa delle Donne alla stampa – riteniamo che anche questa preoccupante vicenda necessiti di una risposta politica chiara. Chiediamo al sindaco di rassegnare le dimissioni per consentire un clima politico non segnato da un conflitto tra ruoli istituzionali e indagini su fatti di violenza familiare. Non è solo un appello politico: è un impegno verso una cultura che non minimizza e non tollera la violenza contro le donne, dentro o fuori dalle mura domestiche, dentro o fuori dalle istituzioni».
L’associazione sottolinea che un’indagine per questo tipo di reati «rappresenta un elemento di gravità per qualsiasi uomo e in modo particolare per chi ricopre un’importante carica istituzionale e che pertanto ha la responsabilità di rappresentare un’intera comunità».
Il garantismo della Casa delle Donne è totale – «Pensiamo che la difesa debba rimanere un diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento» – ma c’è anche la considerazione del ruolo ricoperto da Missiroli che amplia il coinvolgimento: «Chi rappresenta la legalità e la cura della comunità non può essere coinvolto in indagini per violenza domestica se pure nella fase iniziale di un procedimento penale. La sola esistenza di gravità indiziaria rispetto a comportamenti lesivi dei diritti e dell’integrità fisica e psichica di una donna deve portare a una riflessione profonda sulle opportunità di proseguire l’incarico almeno fino a quando la verità giudiziaria non sarà pienamente accertata».
Va ricordato che la procura della Repubblica aveva chiesto la custodia cautelare in carcere per Missiroli, ma la richiesto è stata respinta dal giudice, ritenendo che si tratti di casi sporadici (sarebbe tre gli episodi: il 5 dicembre scorso, nel 2020 e nel 2012).
Nelle ultime ore è circolata la notizia che la moglie del sindaco si sarebbe rivolta a un centro antiviolenza nel 2012. Il quotidiano Il Corriere Romagna, nell’edizione odierna, ha intervistato Alessandra Bagnara, presidente di Linea Rosa, l’associazione di Ravenna che segue le donne vittime di violenza, per chiedere se fosse a conoscenza della circostanza: «Non posso e non potrei dirlo – è la risposta di Bagnara –. Noi non facciamo nomi e non entriamo mai nei dettagli delle singole storie. Seguiamo oltre 10.200 donne: a volte sappiamo nemmeno chi siano i loro mariti o compagni. Le donne che arrivano da noi vengono per se stesse, per cercare supporto, ascolto e protezione. Anche se una donna si fosse rivolta a noi, non lo renderei mai pubblico. Farò verifiche, ma potrebbe essersi rivolta a un altro centro antiviolenza».



