martedì
26 Agosto 2025
ravenna festival

Una Carmen mai vista tra America e motori

Matthew Bourne all'Alighieri dal 2 al 5 luglio  

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The Car Man ensembleLa prima italiana in esclusiva del Matthew Bourne’s The Car Man. Bizet’s Carmen Re-Imagined è una di quelle attese che non può non far fremere di curiosità.
Perché Matthew Bourne da diversi anni è un ospite assiduo e molto gradito, che, direttamente dal West End londinese, si porta con estro e trovate “pirotecniche” garbatamente vicino al musical – non dentro, ma molto in prossimità.
Partendo dai candidi, efebici cigni di Swan Lake alla corte di Elisabetta II, fino ai graziosi vampirelli volanti di Sleeping beauty, rivisita e stupisce – senza aver paura di niente e nessuno – ambientazioni, cronologie, plot e, nel caso del The Car Man di quest’anno, anche i titoli.
Infatti la sua opera liberamente ispirata alla Carmen di Bizet, deve molto anche alle due versioni di Il postino suona sempre due volte, film cult dal romanzo noir di James M. Cain.
Dimentichiamo la fabbrica di sigari dell’opera originale: ora siamo in America, in una tavola calda degli Anni ’60 che sa di olio per motori. Qui, nell’afa polverosa e sudaticcia del paesello, tra il roboare d’auto d’epoca e il bullismo di provincia, arriva un perturbante e fascinoso straniero che sconvolge tutti gli equilibri…
Atmosfere da thriller e intrighi amorosi, ambiguità, sinistri doppi sensi e sentori torbidi, a partire dal cartello che accoglie gli stranieri ad “Harmony”: più che un cartello di benvenuto, un ammiccante monito a guardarsi le spalle “guidando con prudenza”.

The Car Man AngeloUn mix di ingredienti che colgono nel segno: ne è la prova la lunga vita delle produzioni della New Adventures, la compagnia del coreografo britannico, che vede recensioni ancora entusiaste e piene di calore ad anni dalla prima. Merito anche delle performance dei magnifici protagonisti scelti da Bourne, spesso esaltati dalla critica internazionale per la grinta, l’espressività e l’alto livello tecnico.
Basti pensare alla leggiadria del corpo di ballo dello Swan Lake: un’armonia di garbo neoclassico di rara icasticità, che ha saputo ritagliarsi il meritato spazio anche nell’immaginario mainstream, grazie anche alla bellissima pellicola di Stephen Daldry, Billy Elliot, ispirata alla vera storia del danzatore inglese Philip Mosley.
Bourne, insomma, è un abile burattinaio che si destreggia tra i generi citando la tradizione, trasfigurando il patrimonio culturale di riferimento  in opere completamente nuove ed originali: racconti in movimento densi di acuti rimandi ed ingegnose traslitterazioni. Le sue parole d’ordine sono contaminazione, ibridazione, riattualizzazione. E non ha paura di toccare temi molto seri, che prendono le mosse dalla letteratura (Dorian Grey), dalla storia (Cinderella) o dal cinema di derivazione letteraria, come in questo caso, e arrivano diretti alla prossimità dei giorni nostri, confezionati nella veste piacevole e godibile dello spettacolo di ispirazione musical, con effetti scenografici davvero molto speciali. Un appuntamento con il Festival che si può accettare sulla fiducia.
Oltre agli spettacoli serali, che andranno in scena al teatro Alighieri dal 2 al 5 luglio alle 21, sono previsti anche due turni pomeridiani, sempre all’Alighieri, sabato 4 e domenica 5 alle 15.30.

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