Una discesa all’inferno nei tristi tropici di Malindi

cover malindi pasiDa tempo Malindi non è più la stessa mare blu, spiagge bianche, palme al vento. Il sogno di Briatore – già sbertucciato da Crozza – è evaporato, nell’enclave italo-africana sulle rive dell’Oceano indiano, fra crisi finanziaria, rapinatori e terrorismo. Addio celebrità, vip di seconda fila, attricette, paraculati e pensionati d’oro… La cittadina turistica del Kenya resta però rifugio e covo di falliti ed evasori fiscali, ex terroristi e mafiosi come ci informano anche le cronache. E come ci racconta, declinando al peggio questa decadenza, Guido Pasi nel suo recente romanzo noir Malindi senza via d’uscita (2015, Edizioni Moderna, 190 pp., 15 euro). Un titolo programmatico per una trama che è una vertiginosa discesa nell’inferno dei tristi tropici.

Sventurato protagonista della narrazione è tal Pierangeli, quarantenne fighetto velleitario che, nella Milano Marittina “da bere”, si gioca reputazione, soldi e fedina penale fra calcio-scommesse, spaccio di coca, donnine e bella vita. Incalzato da inquirenti e creditori, si nasconde a Malindi, ma è ossessionato dall’eccessiva esuberanza vegetale, animale e umana, dall’opprimente clima afoso e dalle piogge torrenziali dell’Africa equatoriale.
Senza arte ne parte, trova modo di sopravvivere grazie a uno dei tanti faccendieri italiani del luogo che lo ingaggia per spiare una donna, Daina, tanto spregiudicata sessualmente, quanto cinica e avida. Ma è solo un’illusione: Pierangeli inizierà il suo gioco su una scacchiera sempre più fitta di mosse a sorpresa, ignaro dell’intrigo in cui fatalmente verrà travolto.
A insinuarsi nelle trame con intelligenza e tenacia c’è anche un commissario di polizia locale, Madiga, idealista e africanista, consapevole del brodo di coltura della corruzione che sta marcendo la sua Africa, fra post colonialisti e indigeni compiacenti.

La narrazione incalzante e nervosa porta in primo piano altri spregevoli personaggi senza scrupoli, crimini e soprusi – dal commercio di organi umani a quello di scorie tossiche (chi si ricorda di Port Koko?) – in una nefasta ma anche beffarda deriva del racconto.
Dopo tre opere noir, rivolte al passato e a tormentati retroscena umani e politici della sinistra italiana, Guido Pasi ci propone ora la visione di un’umanità globalizzata, senza confini ma perdutamente spietata e immorale, che ha come epilogo una crudele e sanguinaria ecatombe shakespeariana. Dove non c’è scampo per nessuno. O quasi.

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CONSAR BILLB 02 – 12 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24