X
    Categoria: cultura

Tra surrealtà, ironia e attualità, l’esordio di Teatro Onnivoro al Rasi

Dopo il successo di pubblico di mercoledì sera, torna sul palco del teatro Rasi di Ravenna questa sera (giovedì 11 febbraio) la compagnia Teatro Onnivoro con “Operazione Atarax”. Pubblichiamo per l’occasione la breve recensione di Federica Angelini dopo l’anticipazione di dicembre a Palazzo Rasponi.

Difficile credere che il “trailer” dello spettacolo Operazione Atarax, di Teatro Onnivoro, andato in scena a dicembre a Ravenna a Palazzo Rasponi possa essere stato davvero scritto a giugno 2015 e non a fine novembre, dopo l’attentato del Bataclan. Eppure pare proprio così. Gli spettatori sono stati fatti accomodare in un memorial dove si celebrava l’ultima missione di un’astrovane dell’Occidente civilizzato che trasportava nello spazio prigionieri politici islamici, i nemici cattivi, in quel fatidico 11 dicembre 2097 in cui qualcosa di irreparabile accadde e i membri dell’equipaggio furono trucidati. Da un futuro nemmeno troppo remoto, veniamo così a sapere che nel corso del secolo vari attentati e una vera e propria guerra ha più o meno ridisegnato i confini e gli equilibri del mondo.

L’effetto sullo spettatore è assicurato, grazie al testo dalle forti venature ironiche con tocchi di surrealtà (cifra questa ricorrente nel lavoro della giovane compagnia Onnivoro e del loro autore Matteo Cavezzali) ma con un radicamento fortissimo con l’attualità. Bravissima Jenny Burnacci nella parte della guida che accompagna i visitatori. E se il “trailer” – chiamamo così quella che per la verità è stata una performance di una ventina di minuti che ha lasciato il pubblico piuttosto stranito – è in qualche modo un assaggio dello spettacolo vero e proprio che andrà invece in scena al teatro Rasi nella stagione Scena Contemporanea di Ravenna il 10 e l’11 febbraio, allora Operazione Atarax potrebbe essere un esordio su questo palcoscenico da tenere d’occhio, dove si parte da un radiodramma per farne – ci anticipa uno dei protagonisti, Massimiliano Rassu (in scena con Antonio Maiani) – un novello Ubu, un’inedita riflessione sul male che prende spunto da un testo del grandissimo Friedrich Dürrenmatt per una riscruttura che lo cala nell’attualità anche più di quanto, pare, fosse stata l’intenzione iniziale dell’autore.