La stanza dei giochi: all’Almagià il teatro ragazzi allo specchio

Vincitore di due premi, vede in scena due attori bambini

kjnjnoj«Uno spazio scenico affidato alla naturalezza di soli attori bambini, che ribalta la consuetudine del Teatro Ragazzi interpretato da adulti per riscoprire il nesso fondante tra gioco e teatro. I temi eterni della condizione umana rivelati in filigrana, in un tessuto di conflitti, complicità, piccoli egoismi e affermazioni di potere. Una drammaturgia sapiente che restituisce con limpidezza e semplicità di gesti e parole la dimensione profonda e poetica del mondo infantile».

Sono queste le motivazioni con cui la giuria del Premio Scenario Infanzia 2014 ha premiato lo spettacolo La stanza dei giochi che sarà per la prima volta a Ravenna domenica 11 dicembre alle 16.30 a chiudere la prima parte della stagione Le Arti della Marionetta.

La stanza dei giochi, che nel 2015 si è aggiudicato anche il premio Dallorso, è uno spettacolo inusuale dove protagonisti sono due bambini, giovanissimi attori di dieci anni, Sofia Ghiorsi e Francesco Cataldo Scavo, che lo abitano insieme ai loro tanti giocattoli creando un effeto di “gioco nel gioco del teatro”. Uno spettacolo basato sul binomio gioco/realtà tra i due bambini che, incrociando i loro sguardi, discutono, litigano, fanno pace, affrontano le mille reazioni alla vita quotidiana.

«Emma ed Elio – ha scritto su “D di Repubblica” la celeberrima Elasti – hanno dieci anni, poco più di mio figlio, che li sta a guardare, con i suoi occhi tondi e sgranati, ma anche con la pancia, la testa, le braccia e le gambe perché, a quell’età, quel che ti cattura può inghiottirti e possederti, poco importa che tu sia sopra o di fronte al palcoscenico. Emma ed Elio giocano, quel gioco di potere, complicità, ricatti, perfidia e mediazione che si impara da piccoli per essere usato e abusato da grandi. Emma può essere spietata e prevaricatrice ma anche vulnerabile e inquieta. Elio può essere vittima ma è astuto, silenziosamente ribelle e si trasforma in quello che vuole. È un gioco sottile e ipnotico perché quei due portentosi ragazzini recitano se stessi, la loro età di scoperte e conflitti, ma mettono anche in scena, con magistrale inconsapevolezza, le nostre miserie, la nostra fragilità e il nostro vitale bisogno gli uni degli altri. Ci sono poesia e ferocia nei loro dialoghi, ci sono incanto e brutalità nei loro gesti. Ci siamo noi allo specchio, insieme ai nostri figli».

Un lavoro unico e originale, frutto dell’esperienza e sensibilità dei due registi Marta Abate e Michelangelo Frola della compagnia Scena Madre. Lo spettacolo è adatto ai bambini a partire dai 6 anni.

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