La storia di Ravenna che non c’era

Esaustivo e leggibile anche dai non addetti ai lavori il volume a firma di Luparini e Novara

Incredibilmente, a pagina 167 di un volume di 566 pagine, il V capitolo è dedicato all’XI-XIV secolo. Segno evidente che questa Storia di Ravenna davvero racconta la storia della città dalla preistoria al Duemila, come promette il sottotitolo, e non si concentra oltremisura su quella che è ovviamente considerata la sua epoca d’oro da capitale. Paola Novara, studiosa ravennate, e Alessandro Luparini, fiorentino di origine ma da tempo a Ravenna, storico nonché direttore della Fondazione Casa di Oriani, hanno scritto a quattro mani un libro che è un voluminoso compendio di tutto ciò che a oggi si sa sulla storia millenaria della città dei mosaici. Un libro che parte dalle fonti, e poi ripercorre e ricostruisce epoche e stagioni con rigore e precisione, ma senza rinunciare a una buona dose di leggibilità anche per i non addetti ai lavori. Sarebbe esagerato sfoderare il “si legge come un romanzo” di cui tanto si abusa per parlare di saggi, ma certo non richiede una laurea specialistica per essere compreso. E, soprattutto, è un libro di facile consultazione, per come è organizzato e scandito e anche per l’utile indice dei nomi in fondo. Particolarmente interessante la parte relativa alla nascita del movimento cooperativo, la figura di Nullo Baldini, il ruolo centrale che Ravenna tornò ad avere nella nascita del movimento socialista e anarchico, il clima dell’epoca e i fatti salienti e tutta l’evoluzione della politica locale nel contesto nazionale, fino ad arrivare al Novecento dove si racconta senza retorica scontri e tensioni tra chi fece la resistenza al fascismo. Interessante anche vedere a quando risalgono nodi non ancora risolti, come le infrastrutture o il ruolo del porto. Libri su Ravenna non mancano, ma, eccetto opere in più tomi particolarmente impegnative, nessuno può vantare il mix di esaustività e leggibilità di questo volume  unico commissionato agli autori dall’editore, il cesenate Il Ponte Vecchio, e che raccoglie anche un importante apparato documentale fotografico (non scoraggiatevi troppo per le foto in bianco e nero molto “vintage” dei monumenti ravennati, c’è anche una sezione finale a colori) e una galleria di ritratti dedicati agli uomini che hanno nei secoli più di altri lavorato per proteggere o valorizzare il patrimonio culturale unico della città adriatica. Non sarebbe stato di più un piccolo apparato introduttivo oltre alla non indimenticabile premessa del sindaco De Pascale, mentre è particolarmente apprezzabile l’apparato bibliografico per chi volesse approfondire. In ogni caso è certo un libro che non può sfigurare nella biblioteca di qualsiasi appassionato di storia ravegnana e forse, più in generale, in nessuna casa ravegnana tout court. Peraltro il prezzo, data l’opera, è davvero competitivo: 16,90 euro probabilmente grazie anche alla sponsorizzazione di Cia Conad.

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