Il nuovo progetto turistico e culturale del Parco Letterario Terre di Dante

Per guidare l’iniziativa è stato costituito un comitato scientifico composto da 14 esperti e presieduto da Ivan Simonini

Dante AlighieriRavenna, nota al mondo per i suoi splendidi mosaici bizantini vestigia delle suo antico passato imperiale, ben presto potrebbe diventare anche la metà principale di un «turismo colto di massa, che verterà intorno alla figura di Dante Alighieri, in un percorso costruito su tappe fisiche e immateriali». In questi termini Ivan Simonini descrive l’obiettivo principale del Parco Letterario Terre di Dante di cui è neo presidente, il primo e l’unico Parco Letterario in Italia dedicato al sommo poeta, nato nel 2014 su iniziativa di Giuseppe Chicchi, ex sindaco di Rimini ed ex Assessore Regionale al Turismo, con sede attuale a Ravenna presso il Centro Dantesco, e convenzionato con la Società Dante Alighieri di Roma, con la società Paesaggio Culturale Italiano di Roma e con la Cooperativa Mec di Ravenna.
In vista del 2021, anno del Settimo Centenario della morte dell’Alighieri, prende corpo il progetto del Parco Letterario Terre di Dante basato su due binari diversi che possono intrecciarsi oppure vivere e viaggiare autonomamente: l’uno rappresenta la promozione e commercializzazione turistica, l’altro la proposta culturale e scientifica intorno al poeta. Secondo la visione degli ideatori, i due filoni possono alimentarsi a vicenda, dando origine a un turismo di massa colto legato alla figura di Dante, ai luoghi sia della sua vita sia citati nella Commedia, in un viaggio che collega naturalmente Ravenna, l’ultima metà del poeta, a città quali Firenze, Roma, Bologna e Mantova.

Se da un lato il binario turistico può svilupparsi in particolare grazie all’uso delle tecnologie informatiche, ad esempio attraverso un portale web e la promozione sui social media di iniziative e offerte di pacchetti turistici accattivanti, dall’altro lato l’aspetto della ricerca culturale è affidato al Comitato Scientifico del Parco Letterario Terre di Dante appena costituito, presieduto da Ivan Simonini e composto da Davide Brullo (biblista), Saturno Carnoli (creativo), Giuseppe Chicchi (scrittore), Alfredo Cottignoli (italianista), Chiara Francesconi (sociologa), Franco Gàbici (fisico), Giorgio Gruppioni (antropologo), Linda Kniffitz (archeologa), Wilma Malucelli (latinista), Egidio Monzani (teologo), Cetty Muscolino (simbologa), Serena Simoni (storica dell’arte), Claudio Widmann (psicologo) e Gabriele Zelli (cinefilo).

«Lo scorso anno abbiamo dato vita a importanti eventi – spiega l’ex presidente del Parco Letterario Giuseppe Chicchi – tra i quali “Dante in Europa 2016”, in collaborazione con Ravenna Manifestazioni e l’Unione dei Comuni del Mugello»; si tratta di un tour in 5 paesi (Germania, Austria, Gran Bretagna, Polonia, Svizzera) e 11 città (Salisburgo, Traunstein, Edimburgo, Cambridge, Loughborough, Manchester, Katowice, Breslavia, Aarau, Olten, Bienne) in ognuna delle quali sono stati organizzati dei complessi incontri formativi e divulgativi sulla vita e l’esilio del poeta e sulle numerose iniziative dantesche realizzate tra Romagna e Toscana, dai programmi del 2017 di Ravenna Manifestazioni e Teatro delle Albe, al “Treno di Dante” e al 750° anniversario della nascita di Giotto, contemporaneo dell’Alighieri. «Al mondo esistono quasi 500 comitati della Società Dante Alighieri, costituiti da studiosi e appassionati dell’opera del poeta: la loro esistenza non deve cadere nell’indifferenza, perché rappresenta un potenziale da non lasciarsi sfuggire» conclude Giuseppe Chicchi.

Chiostro Museo DantescoTra le proposte culturali del progetto vi è innanzitutto l’allargamento della zona dantesca, «con la realizzazione di un percorso che abbia come tappe i Chiostri Francescani, il Museo Dantesco, il Quadrarco di Braccioforte sino ad arrivare alla Basilica di San Francesco e al Palazzo della Provincia, che potrebbe essere trasformato in “Casa di Dante”, e a toccare gli altri luoghi danteschi della città, affinché i turisti non limitino la loro visita al sacello morigiano» spiega Ivan Simonini. Fra le altre proposte vi è la rivisitazione della toponomastica, intitolando una strada a Jacopo Alighieri, il figlio che trovò gli ultimi 13 canti del Paradiso, la ricostruzione del volto del poeta e la creazione di un itinerario legato a Pier Damiani – il santo del XXI canto del Paradiso – tra Ravenna, Pomposa, Fonte Avellana e Camaldoli.

Elsa Signorino, assessore alla Cultura di Ravenna, ha espresso soddisfazione per il progetto, ulteriore testimonianza della grande attenzione dimostrata per il tema dantesco. «Gli eventi realizzati l’anno passato sono stati oltre 70, di cui più di 60 grazie alla collaborazione con Ravenna Manifestazioni – precisa la Signorino – e per il 2017 è già in cantiere la prima importante novità, cioè lo spettacolo che unisce Teatro delle Albe e Ravenna Manifestazioni per una grande messa in scena dell’Inferno in forma di sacra rappresentazione medievale». L’assessore precisa che l’amministrazione comunale è al lavoro insieme al Ministero della Cultura in vista del 2021 con due obiettivi: realizzare progetti a lungo termine, che identifichino fortemente Ravenna come città dantesca anche oltre la scadenza delle celebrazioni, e mettere in campo iniziative che lascino dei segni permanenti, come il ridisegno urbanistico della città.

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