A Bagnacavallo oltre 200 opere dei grandi cicli incisori di Goya

Dal 16 settembre al 19 novembre al museo delle Cappuccine. L’anno scorso in 6mila per Chagall

Follia Della StupiditaSarà inaugurata alle 18 di sabato 16 settembre al Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo la mostra Goya. Follia e ragione all’alba della modernità, curata da Diego Galizzi, direttore del museo, e da Patrizia Foglia, storica d’arte.

La mostra, che con più di 200 opere esposte realizzate ad acquaforte, acquatinta, puntasecca e bulino riunisce i quattro grandi cicli incisori di Goya (i Capricci, i Disastri della guerra, le Follie e la Tauromachia), è stata presentata in municipio dal direttore Diego Galizzi e dall’assessore alla Cultura Enrico Sama.

«Il lavoro svolto in questi anni dal Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo è intenso, prezioso e lungimirante – ha esordito l’assessore Sama. – Ci auguriamo che questa mostra possa incontrare l’interesse del pubblico come è accaduto con quella dedicata a Chagall nel 2016, con oltre seimila visitatori, e siamo sempre più convinti che investire in cultura sia un arricchimento per tutti».

Diego Galizzi

Diego Galizzi

«Tra tutti i grandi artisti europei, Francisco Goya, genio innovatore e anticonformista, è uno dei pochi esempi di maestro la cui grandezza si rivela pienamente nelle incisioni – ha aggiunto il direttore Galizzi –. Non sarebbe stato infatti possibile per Goya raggiungere le vette della notorietà mondiale se non ci avesse lasciato i suoi capolavori grafici. Con questa mostra, per noi ambiziosa, vogliamo proseguire con determinazione il nostro impegno rivolto alla divulgazione della grafica d’arte, con la quale siamo convinti che si possano realizzare eventi di grande qualità.»

All’inaugurazione ufficiale di sabato interverranno il sindaco Eleonora Proni, l’assessore Sama e i curatori della mostra. Poi, alle 19.45, il museo ospiterà il concerto La follia in musica. Omaggio a Francisco Goya, curato da Emilia Romagna Concerti, con musiche di Corelli, Tartini, Vitali; al violino Roberto Noferini, al clavicembalo Chiara Cattani.

In un percorso intenso e incalzante si attraversano le ottanta incisioni dei Capricci (1799), una feroce e fantasmagorica messinscena grottesca che nel colpire i vizi e le superstizioni della società spagnola dà loro sostanza visiva, spesso in forma di streghe, demoni o fantasmi, e dove Goya porta alla luce quei territori nascosti dell’inconscio di ognuno di noi dove si annidano i sogni, gli incubi e le passioni che fanno di noi degli esseri incoerenti, in preda a pulsioni e desideri contraddittori.

Nelle ottanta tavole dei Disastri della guerra (1810-20), una cruda sequenza di brutalità e violenze ispirate dalla “guerra di indipendenza” spagnola (1808-14), ci si imbatte invece nel concretizzarsi nella realtà quotidiana di quel mondo di fantasmi e demoni a cui aveva dato forma nei Capricci: tra uomini e demoni non vi è più alcuna differenza, la follia si è liberata nel mondo, risiede ovunque, nella spietatezza dei soldati così come nel delirio della gente comune. A proposito di questo ciclo, nel 1979 Fred Licht ha scritto: «Chiunque abbia letto, anche frettolosamente, i giornali degli ultimi cinquant’anni constaterà che le notizie più significative erano state illustrate da Goya più di un secolo e mezzo fa».

 

Ricca di quaranta tavole, la Tauromachia (1815 ca.) si presenta come una lunga e travolgente carrellata di immagini che ci racconta con straordinaria vitalità alcuni momenti, sospesi tra storia e leggenda, della fiesta de toros, un rituale eroico e folle insieme, che rappresenta come null’altro lo spirito più autentico dell’hispanidad.

Quasi un preludio di quello spettacolo oscuro e delirante che sono le celebri pitture nere della “Quinta del sordo” è il ciclo delle Follie (1816-19 ca.), dove Goya, sempre più rinchiuso nella sordità e nell’isolamento interiore, dà vita a scene di difficile interpretazione che presentano visioni da incubo, attraverso le quali Goya fa ancora una volta riemergere quella che lui sente essere la vera essenza dell’uomo: il caos delle passioni, delle paure e delle follie umane.

La mostra, patrocinata dall’Istituto Beni Culturali dell’Emilia Romagna e realizzata con il contributo di Edison Stoccaggio, rappresenta un’importante occasione per ammirare tutti insieme i capolavori grafici con i quali, con l’aprirsi dell’Ottocento, l’artista spagnolo ha spalancato la strada ad un nuovo modo di intendere l’arte e di guardare il mondo. In sostanza, a una nuova epoca.

“Goya. Follia e ragione all’alba della modernità” rimarrà aperta dal 16 settembre al 19 novembre 2017.
Orari: martedì e mercoledì: 15-18; giovedì: 10-12 e 15-18; venerdì, sabato e domenica: 10-12 e 15-19. Chiusa il lunedì e post-festivi.
Aperture serali speciali (fino alle 23.30) dal 28 settembre all’1 ottobre. Ingresso gratuito.
Il Museo Civico delle Cappuccine è in via Vittorio Veneto 1/a a Bagnacavallo.
Per info e visite guidate per gruppi: 0545 280911; centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it e www.museocivicobagnacavallo.it

 

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