Un libro raccoglie il risultato di un lavoro durato alcuni anni, immagini scattate in varie parti del mondo: «Dall’Iran a Bagnacavallo: non importa dove sono, mi interessano gli alberi più improbabili». In bianconero «perché il colore è una distrazione»
Il libro di 93 pagine è uscito a febbraio e raccoglie foto scattate in varie parti del mondo dove Zanni si è trovato: «Israele, Iran, Lanzarote ma anche dietro casa o nelle campagne ravennati. Non è tanto da dove vengano le foto, che sia Bagnacavallo o il Medio Oriente non importa, mi interessava più l’albero che la zona. Anche per questo non ci sono didascalie sui luoghi». Ma per quelli più vicini all’autore, si è instaurata una sorta di legame con la pianta: «Alcuni sono in punti dove ho occasione di passare spesso e li ho fotografati più volte. Li ho visti cambiare, in alcuni casi li ho visti seccarsi o essere abbattuti, in altri li ho visti riprendersi». Una volta raccolto tutto il materiale è arrivato il momento della selezione, quello più difficile perché c’è da scartare. E non è facile decidere cosa lasciare fuori: «Rispetto a quelle pubblicate sono partito da un gruppo che era il quadruplo. Appena fai una selezione ti penti subito di come l’hai fatta. Ne potresti fare una ogni dieci minuti e verrebbe diversa. Per questo c’è chi dice che dovrebbe farla qualcun altro al posto dell’autore. A un certo punto ti imponi di fermarti e fare con quello che hai». Scattate e stampate rigorosamente in bianco e nero, un po’ come è nello stile di Zanni per tutte le sue fotografie: «Cerco sempre che ci siano poche distrazioni e il colore distrae sempre un po’ di più».