Opere d’arte, archivi e arredi: il sorprendente patrimonio artistico di Ausl Romagna

Una mostra a Palazzo Rasponi ripercorre la storia secolare delle istituzioni che si sono occupate di cura e la stratificazione di donazioni e acquisizioni oggi ospitate nelle raccolte civiche delle città romagnole

Vaso Maiolica Ausl Pietro Melandri

Vaso in maiolica di Pietro Melandri

A distanza di più di 40 anni dalla mostra “Arte e pietà” che fu il primo tentativo promosso dall’IBC (Istituto dei Beni Culturali) della regione Emilia-Romagna di avviare uno studio sistematico dei beni artistici di proprietà di ospedali e opere pie, è stata inaugurata una piccola mostra a Ravenna a Palazzo Rasponi che ospita una selezione di opere e oggetti appartenenti al patrimonio dell’Ausl della Romagna.
Curata da Paolo Trioschi e Sonia Muzzarelli, conservatrice del patrimonio storico e artistico dell’Ausl romagnola, “La cura attraverso l’arte. Opere dal patrimonio storico e artistico Ausl Romagna” permette di comprendere in sintesi la complicata storia della nascita delle istituzioni che fin dal Medio Evo si occupavano in modo capillare dell’attività di cura: dal loro riorganizzarsi e unificarsi fra il ‘400 e il ‘500 sotto la guida dei signori delle città romagnole o della Chiesa fino alla creazione e trasformazione attraverso i tre ultimi secoli nei vecchi e poi sempre più recenti e innovativi complessi ospedalieri.

La valorizzazione di questo patrimonio ricco e composito – composto da documenti, archivi, strumenti scientifici, fotografie, opere d’arte, arredi sacri e profani – è stata una conquista lenta e difficile: ancora nel 1997, in occasione della mostra “Non solo pietà. Opere d’arte dagli Ospedali della provincia di Ravenna” allestita presso il Museo di Bagnacavallo e alle Pescherie della Rocca di Lugo, il Direttore generale dell’allora Azienda Usl ravennate rimarcava lo stato di abbandono e degrado del patrimonio artistico appartenente agli ospedali e delle opere pie. Si ringraziava in quella occasione la Regione e l’Ibc per aver promosso una nuova fase di ricognizione e di valorizzazione del patrimonio, soprattutto in un momento di trasformazione istituzionale e di riorganizzazione dell’azienda che poteva compromettere anche il patrimonio. Grazie al Decreto legislativo del 502/94 che attribuiva la proprietà delle opere all’allora Usl era iniziato un lavoro di inventariazione di circa 750 opere, queste almeno quelle reperite allora per la provincia ravennate.

Saffo Dipinto Luigi Folli

“Saffo sulla rupe di Leucade”, dipinto di Luigi Folli

Nel 2021, l’ingresso della grande Ausl romagnola nell’Associazione Culturale degli Ospedali Storici italiani (Acosi) ha sancito di fatto la consapevolezza dell’importanza di questo patrimonio storico e artistico, mobile e immobile, diffuso su tutto il territorio. In mostra a Palazzo Rasponi se ne può vedere solo un piccolo assaggio – ma basta un’occhiata alla pagina del sito dell’Ausl – per vedere mappata la diffusione dei beni e scaricare guide descrittive complete di ogni singolo luogo. Il patrimonio è multiforme e comprende luoghi fisici di grande interesse: la mostra può quindi rilanciare una visita all’Oratorio di Sant’Onofrio di Lugo – affrescato da Tommaso Missiroli e Ignazio Stern fra la fine del ‘600 e la prima parte del ‘700 – o alla famosa Spezieria Rossi di Lugo, antica farmacia ancora arredata con scansie del ‘500 in legno di noce massello realizzate dai Margotti.

Come mai così tante opere – in gran parte oggetti d’arte – appartengano ad un’azienda sanitaria non appare strano conoscendo la storia della nascita delle istituzioni di cura che vengono sintetizzate a Palazzo Rasponi nelle sezioni che suddividono il territorio romagnolo fra le varie città. A Ravenna si hanno notizie di un ospedale originario dal nome Santa Maria in Xenodochio che farebbe risalire le strutture assistenziali addirittura ai tempi dei bizantini. L’ospedale di Santa Maria della Croce, poi delle Croci, viene ricordato in una bolla pontificia del 1160, data che attesta l’esistenza di strutture assistenziali fin dal periodo romanico. A metà del ‘400, la trentina di ospedali esistenti a Ravenna venivano gestiti da confraternite religiose e laiche.

Maschera Ossigeno Ausl - Opere d'arte: il sorprendente patrimonio artistico dell'Ausl Romagna

Una antica maschera per l’ossigeno dalle collezioni antiquarie dell’Ausl

Il numero elevato può spiegarsi – come a Rimini – per la presenza dei numerosi pellegrini che partivano dalle due città per recarsi a Roma e in Terrasanta. Agli inizi del ‘500, gli istituti ravennati si erano ridotti a sei ma la necessità di riorganizzarli in un solo luogo fisico e porli sotto un’unica amministrazione si deve alla lungimiranza del Presidente della Romagna, Pietro Donato Cesi, che nel 1558 stese il progetto poi portato in parte ad esecuzione una decina di anni dopo.
Il processo di riorganizzazione e unificazione degli enti di assistenza fu comunque simile in tutte le città romagnole: diversi gli attori, diversi i contesti e gli spazi, ma simili le necessità di razionalizzare.

Molti di questi enti avevano quindi chiese e pertinenze, stanze per ospitare e amministrare: nei luoghi si sono stratificati arredi e donazioni creando un patrimonio a volte sorprendente, e oggi ospitato spesso nelle raccolte civiche delle città romagnole. Dal Museo della città di Rimini proviene il San Marco Evangelista attribuito a Claude Vignon e forse opera del grande Cagnacci, che lo eseguì nel 1539. Allo stesso secolo appartengono anche un San Giorgio che uccide il drago di un anonimo olandese e una Madonna con Bambino e Sant’Anna attribuita a Francesco Longhi, forse di una fase molto giovanile, mentre del ‘600 è una bella tela ad olio raffigurante San Giovanni Evangelista attribuito al Centino.
Alcuni strumenti medici come una maschera per anestesia e un microscopio inframmezzano la sezione artistica che prosegue con i beni provenienti da Forlì, fra cui sono alcuni paesaggi novecenteschi di Maceo Casadei e un’interessante edizione della Divina Commedia illustrata da Amos Nattini fra gli anni ‘30 e ‘40 del secolo scorso. Da Cesena proviene un affresco del ‘500 riportato su tela raffigurante Cristo e la Samaritana al pozzo, un’opera di impianto classicista, semplice ma interessante, di cui però non vengono date indicazioni della provenienza originaria.
Termina la mostra la sezione dedicata a Ravenna che raccoglie i beni provenienti anche da Faenza, Fusignano, Lugo e Massa Lombarda. Fra questi, attirano gli sguardi un superbo vaso in maiolica di Pietro Melandri – eseguito nel 1926 e realizzato per il nuovo padiglione Bagni dell’Ospedale degli Infermi di Faenza – e una Saffo sulla rupe di Leucade, dipinta nel 1860 da Luigi Folli e conservata assieme ad opere cinquecentesche del Bastianino e del Garofalo presso il centro culturale Carlo Venturini di Massa Lombarda.

“La cura attraverso l’arte. Opere dal patrimonio storico e artistico Ausl Romagna”. Fino al 16 aprile. Orari di apertura: feriali 15.30-19 / sabato, domenica e festivi 10.30-19. Chiusura ogni lunedì feriale. Ingresso libero. Palazzo Rasponi dalle Teste, Piazza Kennedy, Ravenna.

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