Banham “on the road” e la scienza mitologica del moderno

Conferenza a Cervia, il 16 novembre, sulla figura e l’opera dell’inventivo critico d’arte e storico dell’architettura inglese. Relatore il prof. Guglielmo Bilancioni

Reyner Banham

Reyner Banham in sella alla sua “Moulton bike” nel deserto del Mojave (California)

Giovedì 16 novembre (dalle ore 18), nello Showroom Cila-Cicai di Cervia (via Ospedale 15). si tiene una conferenza di architettura, a cura di SeDici Archittettura-Reclam  (in collaborazione con Casa Premium online) e con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Ravenna, anche i fini dei crediti formativi professionali. Si tratta di un doppio incontro: “Banham on the road”, con relatore Guglielmo Bilancioni, e “Architetture di provincia”, a cura di Nuovostudio di Ravenna.
Pubblichiamo di seguito l’intervento del prof. Bilancioni sull’opera visionaria di Reyner Banham di cui tratterà in apertura della conferenza.

«La immaginazione di Reyner Banham (Norwich, 1922 – Londra, 1988) si forma alla confluenza di visione, intuizione e interpretazione, che divengono una cosa sola. Il suo è un metodo iconologico fondato su analogia e comparazione di materiali eterogenei, che si potrebbero definire dinamogrammi, carichi di energia e in reciproca relazione. Tecnica e deserti sono una cosa sola nel prestigio dell’immagine, nel rovesciamento dialettico che Banham opera di continuo, fra meraviglia ed estasi, stupore e interpretazione. La sua critica è euristica descrizione dell’ardore-consumo, festa e viaggio, danza della totalità, dove tutto è dappertutto, con uno stile spettacolare sempre oscillante fra accademico e pop, e capace di orchestrare le analogie.

Cadillac Eldorado (1959)

Cadillac Eldorado Convertible, 1959

In tutti i suoi saggi Banham celebra la Sovranità del transitorio, nel trionfo dell’istante, come in un’auto che sfreccia. L’estetica della macchina, unhouse e automobile, di matrice futurista, diviene immagine della tecnica, il cui motore immobile è il desiderio che genera quanto è iconico e consumabile, disposable, expendable: impermanente è l’automobile che, in velocità, muta il suo modello ogni anno.
Con una sensibilità acutissima capace sempre di una interpretazione fulminante, Banham ama sorprendersi più che sorprendere e ama distinguere più che distinguersi. Illuminazione profana e transvalutazione di tutti i valori: insolente il maggiolino Volkswagen, atavica la sua Moulton bike.
Nella tensione dialettica fra stile e tecnica, Banham celebra, in congiunzione, la Dynamis del profanodi Walter Benjamin e la sontuosità di ciò che è dimesso di Simone Weil.
Banham on the road ha fondato una Scienza mitologica del moderno».

 

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