Come vivere all’interno di un film di Cronenberg o di una storia di Philip K. Dick: no, non siamo davanti a Viggo Mortensen nell’inquietante film Crimes of the Future in cui interpreta un body artist che usa il proprio corpo superando i confini fra umano e artificiale. Ecco, un po’ di Cronenberg e Dick è arrivato a Ravenna grazie all’opera pneumOS. La Conoscenza dell’Aria è Open Source – progettata dall’artista e scrittrice Oriana Persico e realizzata in équipe –, che in estrema sintesi raccoglie e trasforma in forma estetica i dati dello stato dell’aria di una zona di Ravenna.
Spieghiamo in breve l’opera, sostenuta fortemente dal Comune di Ravenna e nata grazie al progetto europeo Digital Unite allo scopo di avvicinare la cittadinanza al digitale e alla comprensione/utilizzo dei dati che la coinvolgono direttamente. Creata mediante tecnologie all’avanguardia, l’opera presenta una cupola di plexiglass che protegge due sistemi interattivi in grado di generare movimenti e suoni.
All’interno un polmoncino a forma circolare coronato da ugelli si alza e si abbassa a imitazione del respiro umano, grazie ai dati raccolti da tre centraline di rilevazione poste nelle zone del Pala De Andrè e dell’ex ippodromo di Ravenna. I recettori sono in grado di monitorare almeno cinque sostanze fra gas e polveri sottili dannose alla salute trasmettendo i dati via internet a un terminale che li elabora, confrontandoli con gli standard europei sulla qualità dell’aria. A seguito della decodifica, il sistema genera sei tipi di respiro corrispondenti a movimenti e a suoni diversi in modo da far comprendere a chi assiste quale tipo di aria ci sia in quel preciso istante: per il polmone siliconico in movimento si va da un ritmo calmo e lento in presenza di aria pura a uno intermittente e accelerato per quella inquinata. Attraverso sei ritmi diversi si può raggiungere lo stadio peggiore, quello della frequenza di Cheyne-Stokes, che identifica il respiro dei moribondi basato su lunghe apnee. Al di sopra di questo organo alieno permeato dall’immaginario di Cronenberg sono poste cinque membrane siliconiche simili a tamburi. Insieme costituiscono il sistema fonatorio del lavoro che traduce gli stessi dati usati dal polmone producendo una gamma di suoni diversi: ritmi calmi, eterei, dolci per l’aria pulita e al contrario grevi, bassi, frenetici per quella inquinata.
PneumOS è stato creato utilizzando open sources ed è in grado di essere implementato e variato nello stesso tessuto socio-geografico, così come può essere condiviso e applicato a contesti diversi, a nuove comunità. In sintesi, l’opera trasforma i dati duri, freddi, specialistici, in un allestimento visivo divertente e inquietante, raggiungendo l’obiettivo di coinvolgere e rendere consapevole la comunità del proprio benessere in relazione all’ecosistema. Sono chiare a questo punto le enormi differenze fra questo progetto dall’immaginario dei protagonisti dei romanzi di Dick e dei film di Cronenberg che praticano un’estetica immersa nel dolore in territori postumani, limitrofi alla morte: quando ancora resiste qualcosa di umano, la loro ricerca è del tutto individualistica secondo un orizzonte quasi del tutto privo di finalità collettive. Per realizzare questa “grammatica Open Source del respiro della città”, Oriana Persico si è avvalsa invece di un lavoro di équipe che ha visto la collaborazione fra il centro di ricerca HER she Loves Data e quella di due università italiane – la Federico II di Napoli e la Sapienza di Roma – oltre al coinvolgimento di medici, ingegneri informatici ed esperti di didattica STEM. PneumOS parte quindi in modo collettivo – col coordinamento progettuale e ideativo dell’artista – e termina con una destinazione altrettanto comunitaria e coinvolgente, seguendo fonti e protocolli di condivisione. C’è molto da imparare da questa opera artistica fortemente innovativa in cui i dati – oggetto principale di un mercato mondiale in grado di sconvolgere la vita del pianeta – vengono impiegati per creare qualcosa che non esisteva, rendendo comprensibili fenomeni complessi e disegnando nuovi ruoli e rituali sociali.
Il processo datapoietico e di questa nuova estetica dei dati che ha dato vita a PneumOS mantiene un orizzonte collettivo e uno scopo di benessere condiviso. Gli stessi principi hanno animato un paio di progetti precedenti realizzati da Persico insieme a Salvatore Iaconesi: nel 2019 la lampada Obiettivo è stata animata dai dati della povertà globale mentre del 2021 è U-DA- Tinos, una pianta artificiale che attraverso suoni e luci illustra la qualità di salute del fiume Oreto in Sicilia, rilevata mediante sensori umani, ovvero persone volontarie dedicate alla custodia dell’acqua. C’è quindi molto da imparare da PneumOS presentato temporaneamente nei giorni scorsi durante l’evento “Respiro” al Craem (Centro di Energia, Ambiente e Mare di Marina di Ravenna), sede del Tecnopolo ravennate e del Centro per l’innovazione nell’ambito della Rete Alta Tecnologia.
A breve volerà all’Expo di Osaka 2025, dove sarà un’ottima carta di presentazione per la nostra città e per l’Italia. Al termine dell’esposizione internazionale in Giappone, a metà ottobre, l’opera ritornerà a Ravenna per essere esposta – ci contiamo – in città, in una collocazione più accessibile e in grado di coinvolgere più facilmente tutte le scuole e la cittadinanza.