La Villa romana di Russi è da oggi sotto la competenza diretta dei Musei nazionali di Ravenna. Il sito archeologico rinvenuto negli anni trenta del 1900, ma originario del I secolo avanti Cristo, si aggiungerà così alla rete composta dal Museo nazionale, il Palazzo di Teodorico e i tre siti Unesco della Basilica di Sant’Apollinare in Classe, del Battistero degli Ariani e del Mausoleo di Teodorico.
L’augurio della vicesindaca di Russi Anna Grazia Bagnoli è quello che «la sinergia porti percorsi nuovi non solo per i russiani ma per chiunque venga a visitare la villa – ha dichiarato nel corso di un incontro con la stampa -. La nostra volontà è quella di iniziare un percorso nuovo per un pezzo storico e artistico di Russi che riteniamo sia al momento sottovalutato. Attraverso un tavolo di lavoro condiviso con il Comune di Ravenna e la direzione dei musei siamo intenzionati a migliorare a piccoli passi».
Il sito di via Fiumazzo (in cui è in fase di allestimento un’area camper) era prima sotto la competenza della direzione regionale Musei nazionali Emilia-Romagna ed è ora parte del nuovo istituto autonomo costituito a seguito della riforma del ministero della Cultura di ottobre 2024.
«La Villa romana di Russi non la scopriamo di certo ora – ha dichiarato Andrea Sardo, direttore dei Musei nazionali di Ravenna -. Da oggi però si unisce agli altri siti ravennati e grazie a nuove sinergie da attivare con le istituzioni e le comunità locali troverà un’ottima cassa di risonanza. Tanti sono i collegamenti storici, le opportunità di ricerca e di comunicazione che la nostra squadra si impegnerà a sviluppare, senza dimenticare la mobilità e passando per il restauro di apparati che possano agevolare e migliorare la visita».
«La nostra intenzione – conclude il direttore Sardo – oltre a quella di far sì che i russiani si facciano attori attivi e vitali del patrimonio, è quella di portare a Russi anche solo il 5 o il 10 percento dei 200mila visitatori l’anno che visitano la basilica di Sant’Apollinare in Classe. È una sfida difficile ma molto stimolante». Al momento, infatti, sono circa 1.500 i visitatori annuali registrati dal sito archeologico di Russi, che ora – sottolinea Federica Timossi, direttrice della Villa romana – «sarà nuovamente connessa ai reperti in essa ritrovati che si conservano nei depositi del Museo Nazionale di Ravenna, permettendo inedite sinergie di valorizzazione». Tra le possibili novità, anche l’inserimento della Villa romana in un biglietto cumulativo con gli altri siti museali.
«Stiamo lavorando – si legge in una nota inviata dalla sindaca di Russi, Valentina Palli – sulla interconnessione di percorsi ciclabili protetti, Palazzo San Giacomo diventerà hub intermodale, il turismo slow sulle aste fluviali e nel percorso del parco Delta 2000 dalla Villa romana porta con un percorso semplice ed accessibile, a giungere al mare. Una giornata che parte da Russi può portare ad ammirare le meraviglie di Ravenna e concludersi con i piedi nella sabbia. Sono tutte connessioni che trarranno grande giovamento da questo nuovo istituto autonomo».
La sinergia parte con due appuntamenti: venerdì al 14 marzo alle 17 al Museo nazionale di Ravenna si terrà la presentazione di un volume dal titolo Ricomporre la memoria. Ottant’anni di scavi nella villa romana di Russi: le terme e i pozzi a cura di Chiara Guarnieri e Giovanna Montevecchi; sabato 15 marzo alle 15 alla Villa una presentazione degli scavi guidata dalla direttrice Timossi.
Il sito testimonia la prosperità commerciale del territorio ravennate fin dalla prima età imperiale romana. La villa urbano-rustica di Russi conobbe il massimo splendore tra il I e il II sec. d.C., quando il complesso venne completamente ristrutturato, da un proprietario probabilmente arricchitosi vendendo le eccedenze agricole (vino in primis) alla flotta militare romana che, dall’epoca di Augusto, aveva sede a Ravenna.