domenica
20 Luglio 2025
Ravenna Festival

Il Grande Teatro di Lido Adriano torna in scena con Bhagavadgītā

Oltre 100 persone sul palco del Cisim per dare vita alla rielaborazione di Tahar Lamri del testo sacro dell'induismo

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Il coro del Grande Teatro di Lido Adriano torna sul palco del Cisim a partire dal 1 giugno (repliche il, 2, 6, 7, 8, sempre alle 20), nell’ambito del Ravenna Festival e realizzato con la collaborazione di Ravenna Teatro. Dopo il poema siriano Mantiq At-Tayr (Il verbo degli uccelli) e Panchatantra, il terzo capitolo del progetto di teatro popolare porta in scena il testo sacro dell’induismo Bhagavadgītā, riscritto da Tahar Lamri: «Un dialogo tra due personaggi, Arjuna e il Dio Krishna, che viene tradotto in un testo per  oltre 100 partecipanti – spiega il drammaturgo – La maggior parte del lavoro di quest’anno è stata incentrata proprio su questo».

Il testo riflette sulla guerra, intesa come inevitabili in alcuni casi (si pensi alla resistenza) e riletta metaforicamente attraverso il “Dharma”, il senso del dovere che caratterizza la religione induista. Sul palco 120 attori dal 4 agli 80 anni, senza limiti di provenienza, etnia o esperienza pregressa, impegnati in uno dei laboratori di teatro popolare più importanti di Italia, e dai numeri in costante crescita: «Il coinvolgimento di una comunità, che non è solo Ravenna, ma il mondo intero per quanto questo luogo rappresenta, potrebbe essere teatro di conflitti, di situazioni complicate. Qui si fa invece luogo di convivenza che fa sì che progetti come questo possano avere esiti così felici e duraturi nel tempo, perché necessari» commenta Franco Masotti, direttore artistico del Ravenna Festival.

La rielaborazione di Lamri, oltre all’adattamento alla coralità, aggiunge dialoghi immaginari al testo, come quello con la filosofa francese Simone Weil, studiosa del Bhagavadgītā, e con il “dio fiume”, come riflesso di un’attualità dove la guerra non è solo tra umani, ma anche con la natura. Oltre al lavoro sulla parola, quest’anno è stato lasciato ampio spazio anche al lavoro sui corpi: «Perchè  la Bhagavad Gita parla anche di yoga, ma anche perché è un testo che ha dentro di sé un riferimento intrinseco al corpo, perché la guerra è fatta di corpi, per cui non potevamo non lavorare anche fisicamente col corpo del Grande Teatro» spiega Camilla Berardi di Spazio A Teatro, compagnia che quest’anno si occuperà dell’aiuto regia e collaborazione artistica.

La regia è invece affidata a Luigi Dadina, che ricopre anche il ruolo direttore artistico insieme a Lanfranco Vicari. Sullo spettacolo commenta: «Cosa significa fare la regia di un teatro comunitario? Con i musicisti, gli scenografi e i costumisti ci si confronta man mano che il progetto si delinea. Con il drammaturgo il lavorio è continuo; lo stesso avviene con chi condivide con me la direzione artistica del progetto. Ma è soprattutto con il Coro di questa smisurata platea, dai quattro agli ottant’anni, che spendo la parte più grande delle mie energie. Ogni persona possiede la propria aura e io, nel tempo a disposizione, ricerco il modo di entrare in contatto con essa. Questo è il nocciolo da cui scaturisce il lavoro comune».

Altro aspetto caratterizzante dello spettacolo, le musiche originali, composte da Francesco Giampaoli con le parole del rapper Lanfranco Vicari (Moder) , che racconta: «In questo laboratorio, proprio come nello stesso hip-hop, emergono tante discipline, anche in contrasto tra loro, ma trovando sempre un equilibro. Quest’anno, per la prima volta, al mio fianco ci sarà Sofia, una rapper di 14 anni che frequenta i laboratori del Cisim e che spero mano a mano mi rubi sempre più pezzi, fino a restare sola sul palco e lasciare a me la possibilità di applaudirla». Oltre al rap, le sonorità riverberano tra i timbri tipici della tradizione indiana. Le scenografie invece sono curate dall’artista Nicola Montalbini, i costumi e la direzione organizzativa sono affidate a Federica Francesca Vicari mentre le illustrazioni che accompagnano lo spettacolo sono di Silvia Montanari.

I biglietti (posto unico non numerato) sono disponibili sul online o alla biglietteria del Teatro Alighieri.

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