Divertente, stimolante, inedito. Quello offerto in questi giorni al Socjale di Piangipane da Ravenna Teatro sotto la regia di Alessandro Renda (qui la nostra intervista) è un modo di vivere e “usare” il teatro con pochi paragoni perché si tratta sì di uno spettacolo a tutti gli effetti, ma anche di un’indagine su un tema che attraversa le vite di tutti o quasi: il lavoro.
Non siamo niente, saremo tutto si dipana tra una serie di domande, riflessioni, giochi che sfidano le persone in scena – che non sono attori – a raccontare il loro rapporto con il lavoro con battute brevi, episodi, emozioni che arricchiscono un impianto in cui vengono toccati tanti temi inerenti appunto il lavoro. L’ambiente, i colleghi, i tempi, la soddisfazione personale, il salario, fino ai sogni. A guidarli lo stesso Renda accompagnato da un sempre bravissimo Matteo Gatta, l’unico che l’attore lo fa di mestiere tra le persone in scena che si sono alternate in queste serate.
All’ombra di Franz Kafka, che di mestiere faceva l’impiegato in un’agenzia di assicurazioni, Renda esplora una realtà sempre più complessa da definire, sempre più frammentata, sempre più personale, e cerca di restituire una senso di collettività, di vicinanza, cercando ciò che unisce più di ciò che separa. Un invito per chi è in sala a riflettere ovviamente sul proprio lavoro e sul ruolo che il lavoro ha nelle nostre vite, quanto ci definisce, quanto corrisponde alle nostre aspettative (su questo, bellissime anche le testimonianze video, anch’esse reali, che aprono e chiudono lo spettacolo). Un lavoro che fotografa una realtà che potrebbe già non essere più la stessa tra pochi anni, peraltro, come ci ricorda la “sociologa in sala” in un breve intervento con numeri che parlano di 7milioni di persone “inattive” già oggi nel Belpaese e un impatto dell’AI ancora tutto da capire.
Ma al di là dell’importanza del tema, lo spettacolo è interessante anche per come fa vivere il teatro, come coinvolge i non-attori, una pratica che si sta consolidando a Ravenna grazie alle tante chiamate pubbliche di questi anni per Dante prima e Cervantes poi, alla non-scuola e altri progetti con i ragazzi, al Grande Teatro di Lido Adriano, un filone a cui il lavoro di Renda aggiunge un tassello importante perché qui i partecipanti non-attori non sono personaggi, ma sono loro stessi, portano in scena la propria esperienza e il proprio vissuto all’interno di una cornice comune. E in un mondo fatto ormai di schermi e algoritmi, esperienze fisiche e intellettuali come queste assumono la forma di una vera e propria resistenza all’isolamento e alla solitudine dei singoli.
Oggi pomeriggio, 26 ottobre, l’ultima replica alle 16 seguita da Lara Mariani e Simona Malta che presentano SENZAFILTRO (Edizioni FiordiRisorse), giornale che si occupa di cultura del lavoro.



