Sarà l’Orlando di Händel, in un riallestimento curato dal regista Pier Luigi Pizzi e con la direzione musicale di Ottavio Dantone, ad aprire la Trilogia di Autunno dedicata al maestro del barocco. Dopo l’apertura di mercoledì 12 novembre infatti sono altri due gli appuntamenti con le opere di Handel che andranno a comporre la chiusura del Ravenna Festival L’invisibil fa vedere Amore.
Quella dell’Orlando, è un’apertura ricca di significato: per Pizzi, l’Orlando rappresenta il primo incontro con l’opera barocca (era il 1959 e fu chiamato a ideare le scenografie dello spettacolo diretto da Mario Ferrero al Maggio Fiorentino); per il direttore Dantone il titolo è un capolavoro di pagine indimenticabili, «senza una sola aria debole» a interpretare le musiche sarà Accademia Bizantina. A vestire i panni dell’Orlando sarà Filippo Mineccia, perdutamente innamorato di Angelica (Francesca Pia Vitale). La principessa del Catai è a sua volta legata al giovane saraceno Medoro (Elmar Hauser), di cui è invaghita anche la pastorella Dorinda (Martina Licari). Solo con l’intervento del mago Zoroastro (Christian Senn), Orlando ritornerà in sé. In scena anche Giacomo Decol come Amore, trait d’union fra le due opere, Diletta Filippetto come la principessa Isabella e Nicolò Matricardi e Luca Montresor come due soldati.
Dopo il debutto di mercoledì 12, lo spettacolo tornerà in scena venerdì 14. Giovedì 13 invece prima alzata di sipario per Alcina (con replica sabato 15), altro titolo con cui Händel si misura con vicende e personaggi dell’Orlando furioso. L’omaggio al compositore si completa con l’esecuzione del Messiah (domenica 16, in quest’unico caso alle 17), di nuovo con Accademia Bizantina diretta da Dantone e con il Coro della Cattedrale di Siena Guido Chigi Saracini preparato da Lorenzo Donati.
«La tecnologia è la nuova macchina barocca che ci porta con magica rapidità in luoghi diversi – dichiara Pier Luigi Pizzi, che cura anche scene e costumi di entrambe le produzioni, mentre le luci sono di Oscar Frosio e Matteo Letizi firma l’editing video – Per le immagini di Orlando mi sono ispirato a Giacomo Torelli, il grande protagonista della scenografia barocca: tutto quello che si vedrà è parte della natura, alberi, prati, boschi, architetture arborescenti e un labirinto di siepi, dove ci si perde. In Alcina si respirerà un clima diverso, dominato dalla magia».
Questa è la seconda Trilogia caratterizzata dalla collaborazione fra Pizzi e Dantone, che l’anno scorso si sono misurati con Monteverdi e Purcell. «Il Barocco? Lo definisco sempre come “strategia delle emozioni” – sottolinea invece Ottavio Dantone – Per affrontare la musica barocca è necessario conoscerne i meccanismi. E non si tratta semplicemente di conoscere i trattati di tecnica strumentale o il trattamento degli abbellimenti… bisogna andare oltre, più in profondità, e appropriarsi di un vero e proprio modus operandi: ogni frammento, intervallo, tonalità ha il proprio significato, e ogni elemento va riconosciuto come momento emotivo».



