“Storie di Ravenna” torna al Teatro Rasi per la sua ottava edizione, con un’apertura dedicata a Guidarello Guidarelli, il condottiero ravennate vissuto nella metà del XV secolo. La sua lastra tombale, oggi custodita nelle sale del Mar, è avvolta di mistero per quel che riguarda il suo autore e la sua originalità e sulla leggenda che la lega alle promesse d’amore. Il mistero accompagnò anche la vita del Guidarello, che verrà portata in scena lunedì 1 dicembre al Teatro Alighieri (ore 18) con Guidarello, il cavaliere di Ravenna: il cinquecentenario della statua tra storia, restauro e leggenda.
La rassegna, ideata e curata da Alessandro Argnani, Giovanni Gardini, Alessandro Luparini, Roberto Magnani, Laura Orlandini, Alessandro Renda, vuole raccontare la storia della città attraverso la voce di studiosi ed esperti, con i tempi e i linguaggi del teatro. Il programma prosegue come da tradizione al Rasi con un piccolo viaggio dentro i “poteri” che hanno attraversato Ravenna, tra re, sovrani in visita, viaggiatori curiosi e cittadini chiamati alle urne.
Si parte con Ravenna e il suo re, tra Roma e i Goti. L’eredità di Teodorico a 1500 anni dalla morte (lunedì 12 gennaio), che celebra l’anniversario della morte di un’imprescindibile figura storica, riportando la città al tempo in cui era capitale del regno ostrogoto. Con Ravenna “reale”. Le visite di Pio IX, Umberto I e altri regnanti tra Otto e Novecento (lunedì 23 febbraio) lo sguardo si sposta sulle giornate in cui la città diventa palcoscenico di cerimonie ufficiali, cortei, gesti di devozione e propaganda. A Ravenna non si arriva per caso. Storie di viaggiatori in una città fuori rotta (lunedì 16 marzo) raccoglie invece le tracce di chi ha scelto di deviare dalle rotte principali per arrivare fin qui: lettere, taccuini, racconti che compongono un mosaico di sguardi esterni, a volte stupiti, a volte spiazzati, dal Grand Tour al turismo contemporaneo. Si chiude con Al voto! Al voto! Repubblica e dintorni, a 80 anni dalle elezioni del 1946 (lunedì 27 aprile), quando schede, comizi e file ai seggi segnano l’ingresso della Ravenna del dopoguerra nella Repubblica, tra entusiasmi, paure e discussioni che continuano a risuonare nel presente.
I biglietti per gli spettacoli sono in vendita dal 24 novembre alla biglietteria del Rasi, a un costo di 5 euro. Per lo spettacolo di apertura è possibile acquistare il proprio titolo anche all’Alighieri.
Sempre sulla figura del condottiero, sono in partenza da domenica 7 dicembre una serie di appuntamenti al Mar con Guidarello di Nevio Spadoni, che vedranno in scena Alice Cottifogli e Marco Saccomandi per la regia di Roberto Magnani. «Siamo a cavallo dei secoli XV e XVI e Ravenna è sotto la Serenissima, e proprio allora Guidarello comincia la sua carriera militare, inizialmente al servizio di Venezia – raccontano i protagonisti -. Spadoni si muove tra storia e leggenda, tra mille ipotesi e dati a volte contraddittori, ma quello che conta è che Guidarello è più che un simbolo, è un’avventura. Una storia per certi aspetti unica: faro, illusione, feticcio, capolavoro d’arte. Chi oserebbe mai trascorrere un’intera notte accanto alla sua immagine marmorea? Eppure, c’è chi, come il custode del museo, l’ha fatto e lo rifarebbe, perché quella statua vive tra di noi».
Lo spettacolo in collaborazione con il museo della città è in programma il 7 e 8 dicembre (ore 15 e 16.30); il 13 e 14 dicembre (ore 10, ore 15 e 16.30); 20 dicembre (ore 10, ore 15 e 16.30); 21 dicembre (ore 15 e 16.30). Si riparte a gennaio: il 3 e 4 (alle 15 e 16.30); il 10 gennaio (ore 10, ore 15.00 e 16.30),l’11 gennaio ore (15 e 16.30). Le repliche del sabato mattina sono dedicate alle scuole, con posti sono limitati.
Infine, è prevista un’incursione teatrale anche negli dell’Archivio di Stato, per un percorso tra documenti e mappe della memoria della città con Storie di Ravenna — Dentro l’Archivio di Stato. In programma12 repliche a posti limitati tra aprile e maggio, per la regia di Alessandro Renda. Lo spettacolo è pensato come una narrazione itinerante tra corridoi, sale e depositi, seguendo un’unica partitura di interventi, che si mostrerà come le tracce della città nascono, si conservano e si interpretano.



