Albergatori Confesercenti contro il Comune «Introdurre la tassa di soggiorno dopo averla negata è una presa in giro»

Lettera aperta di Asshotel dopo la decisione contenuta nel piano per il rilancio della città

L’introduzione della tassa di soggiorno dal 2016 prevista con il piano Sblocca Cervia presentato dal sindaco Luca Coffari è considerata una presa in giro dagli albergatori di Confesercenti. Che vanno all’attacco con una lettera aperta: «Abbiamo applaudito il no deciso alla yassa di soggiorno tanto ribadito in campagna elettorale e questo dietrofront improvviso ci pone nella condizione di dubitare di tutto, se anche ciò che è stato scritto nero su bianco può essere ritrattato, in quali promesse possiamo veramente credere?». Le critiche riguardano anche il tempismo dell’annuncio – «Dopo un intero inverno trascorso confrontandoci su argomenti che paragonati a ciò appaiono di minimo conto» – e le modalità con «un effetto sorpresa poco democratico che coinvolge le associazioni solo a posteriori».

Ecco un estratto significativo della lettera firmata da Paola Brunelli, presidente Asshotel Cervia: «Prima di chiedere soldi per venire da noi, occorre dare servizi di qualità (per noi, questa è ospitalità)! Ci vuole coraggio per chiedere ad un turista di pagare per scegliere, ad esempio, Tagliata, dove sono anni che non si fanno interventi di qualità urbana di alcun genere tanto più che, ad oggi, quel territorio non ha più neanche la fruibilità della pineta!! Per non parlare di Milano Marittima, sono anni che regredisce in termini di appeal e di qualità urbana e quello che siamo in grado di fare per invertire la tendenza è tassare il turista? Il non aumentare le tasse ai cervesi suona quasi ironico di fronte al consistente aumento di burocrazia e di lavoro che una tassa di soggiorno comporterà, tanto che molti operatori si sono detti disposti addirittura a pagare una quota pur di non dover fare i conti con questa mole di formalità. Il fatto che ormai la tassa di soggiorno sia in tutto il mondo è il leitmotiv che risuona continuamente, ma si parla molto meno dei tanti casi fallimentari non distanti da noi in cui i proventi sono diventati la panacea di tutti i mali e non sono stati affatto utilizzati pro turismo. Abbiamo parlato in diverse occasioni di provvedimenti veramente innovativi, quali l’imposta di scopo, che è di certo più equa e che procurerebbe 1,5 milioni di euro, che non sono affatto pochi spiccioli, ma soprattutto sarebbero certi e di sicuro utilizzo, e permetterebbero di cominciare da subito a raccogliere fondi. Dal progetto del Sindaco è completamente assente una vera revisione della struttura del nostro bilancio della città. Pur apprezzando alcuni tagli, non ci è stato dato modo di conoscere e capire se ve ne erano ancora di fattibili e razionalizzazioni da eseguire. Il reintrodurre una tassa eliminata da tempo non può considerarsi una mossa all’avanguardia, tanto più che da un’amministrazione che non mantiene i punti cardine della propria campagna elettorale non possiamo avere la certezza che le risorse recuperate verranno effettivamente investite in opere di manutenzione e riqualificazione della città; nessuno ci assicura che non saranno invece utilizzate per rimediare ad errori o buchi di bilancio, basterà semplicemente giustificarsi un’altra volta con un “non potevamo fare diversamente”».

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