“Let’s go party! Let’s go to Bagno Pelo, to Pöta Mareena!”, cinguetta Rihanna, in vestito vedo non vedo color oro di Dolce & Gabbana e corona di diamanti di Bulgari, uscendo ancheggiante dall’hotel otto stelle extralusso “Xenos Mareena di Ravhanna”, e s’infila nella stretch-limo parcheggiata davanti alla Taverna Bukovski. “Tcì propri una bela tabaca!”, le sussurra il valletto bengalese dell’hotel – in uniforme di shantung rosso cardinale con l’emblema della caveja romagnola, simbolo dello Xenos, ricamata sul petto in oro zecchino – che le chiude con gentilezza la portiera.
Il magnate russo Roman Abramovich scende dal suo nuovo panfilo di 486 metri ormeggiato a Marinara, accompagnato da sedici supermodelle ucraine diciottenni dalla pelle di giada, le gambe da fenicottero e il culo d’alabastro e, scortati dai bodyguard, s’infilano tutti in un camper coll’adesivo della foglia di maria dietro. “Vse ha oktovolantja min Mirabilandjia, sa videtroje ta tsciukarinskjia! Vodka y sex dlja vse, ja platny sil!”, urla Roman. (“Tutti sull’ottovolante a Mirabilandia, poi a vedere gli sciucarén! Vodka e sesso per tutti! Pago io!”).
Di fianco al panfilo di Abramovich, il maestro Muti sorseggia un Bloody Mary e osserva la scena seduto a poppa del suo yacht “La Forza del Destino”, mentre il marinaio Marino Roncuzzi, detto “Poverazza”, gli suona l’ouverture del Nabucco allo Stenway gran coda di bordo.
Madonna, nella suite extra-lusso al centoduesimo piano dell’hotel, vestita d’una guepiere di pelle nera e borchie, se ne sta a letto avvinghiata a Mirko, il suo nuovo toy boy ventenne di Fosso Ghiaia. “Senti che buono l’odore di soja e cozze morte che viene dalla pialassa, è così zen…”, gli sussurra, e lo bacia.
Lo sceicco del Brunei addenta una piadina scquacquerone e rucola al molo, poi sale con le sue ventitre mogli sulla motonave Donatello, dieci euro per i più grandi e tre euro per i più piccini. “Voglio andare all’isola d’acciaio. Mangeremo saraghina e cefali, con l’aiuto del Profeta”, dice.
Ecco, questa sarà l’estate 2025 a Marina di Ravenna. Lusso e vip. Saint Tropez? Montecarlo? Capri? No, la località più in, più lusso, più tutto, sarà Marina. E per ospitare tutta questa bella gente ci vuole un hotel di lusso, tutto marmi di Carrara e palmizi, che svetti alto e priapico sopra alle case a due piani dei villeggianti proletari in infradito e canotta sudata, sopra alle gabine delle famiglie Saporetti, Casadei e Minguzzi… Si costruisca, dunque, questo prodigio!
Mi chiedo: a cosa serve un hotel extralusso in un borgo marinaro che ha una spiaggia insulsa e un mare color marrone, dove la massima attrazione sono Mirabilandia con le sue giostre, le discoteche con le cubiste cicciotte per i birri del forese e la Cà de Ven con le sue piadine? Al massimo, ci vengono le famiglie dei proletari della bassa e i pensionati da 300 euro al mese, mica i vip…
Ma io me li ricordo, Errani e Mercatali, all’inaugurazione di Marinara. «Ci verranno i ricchi russi coi loro yacht!», dicevano. Veramente io a Marinara ci ho incontrato gente come Luigi, un pensionato panzuto di settant’anni con un barchino a vela di sei metri che per arrotondare va a cozze ai pozzi, o Vanes, un ex guardia giurata che la domenica esce in gommone con sua moglie Catia, il barboncino e i cappelletti nel termos. Ma russi ricchi, mai. Quelli vanno a Portofino, a Saint Tropez o ai Caraibi.
Perché edificare un’inutile torre extralusso di cemento, a Marina? Scommetti che la costruisce la solita cooperativa bianca, rossa, o biancorossa degli amici? Magari è fatto tutto a rigor di legge, solo che una volta il partitone decideva di restaurare il centro di Bologna, che è un gioiello, mentre adesso fa costruire certi casermoni obbrobriosi che li vedi solo negli abusi edilizi sulle coste della Sicilia. L’evoluzione del Pd, si vede anche dall’urbanistica.