lunedì
16 Giugno 2025
L'intervista

«La piattaforma logistica del Progettone forse è troppo grande per il territorio»

Il presidente del Consar (700 mezzi pesanti) siede nel comitato di Ap«Gli espropri toccano molti interessi, c'è troppa tensione al porto».

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Dice che negli ultimi tempi si è alzato troppo rumore attorno al porto, creando anche un danno di immagine: non sarà facile farlo ma è solo superando le tensioni opposte che potrà arrivare l’interesse dello scalo. Nelle vesti di rappresentante della categoria degli autotrasportatori, il 67enne Veniero Rosetti (presidente del Consar dal 1989) è uno dei sedici membri del comitato portuale e sta quindi assistendo in prima persona alle travagliate vicessitudini degli ultimi tempi che riguardano il progetto per l’approfondimento del canale alle prese con scontri, ritardi e inchieste.

Rosetti, cosa sta succedendo attorno al Candiano?
«Abbiamo perso anni tra ritardi e rallentamenti per fare le opere di cui c’è bisogno e ora si è creata una situazione bloccata. Auspico che il caso porto arrivi a una soluzione per l’interesse dell’economia locale e quindi di tutti».

Come si è finiti in questa situazione di stallo?
«A un certo punto sono emerse divergenze fra alcune parti che non mi risulta fossero mai uscite prima in maniera così forte. La tensione fra Confindustria e Autorità portuale per me è una novità: da tempo nelle riunioni si parlava delle linee guida per il progetto di escavo e venivano citati eventuali espropri. Forse è mancato un po’ di dialogo fra le parti, mi auguro che si possa trovare un punto di incontro».

Tra via Barbiani e via Antico Squero hanno viaggiato attacchi anche pesanti. Da fuori forse risulta difficile capirne le motivazioni. E dal comitato portuale?
«Il cosiddetto Progettone va a toccare interessi di molte parti su aree sia private che pubblico-private. Procedendo con gli espropri di certi terreni andrebbero a cambiare equilibri e strategie di qualche operatore».

Il presidente degli Industriali, Guido Ottolenghi, ha criticato soprattutto la parte logistica del progetto che prevede una piattaforma da realizzare sui terreni espropriati soprattutto a Sapir e Cmc e poi riempiti con i fanghi dragati. Da dirigente del settore, Ravenna ha bisogno di quelle strutture?
«Se la logistica non fosse stata inserita, il progetto non sarebbe tra i più importanti a livello europeo. Una piattaforma delle dimensioni previste forse è eccessiva per i bisogni della nostra area: potrebbe essere sensato rivederla nell’estensione».

Anche per consumare meno territorio?
«Le zone interessate dai piani di esproprio fanno già parte delle aree portuali. E Sapir che oggi ne possiede una parte aveva già indicato una destinazione logistica».

Ci si chiede anche se un nuovo terminal container sia necessario: i contenitori crescono ma l’attuale piazzale non è a saturazione e Contship che dovrebbe investire nel terminal già ora porta moltre delle sue linee a La Spezia.
«Credo che anche questa opera debba essere considerata un obiettivo da raggiungere prima o poi per avere una prospettiva di sviluppo a lungo termine ma nell’immediato non è tra le urgenze. Ora bisogna scavare, partendo dal dosso causato dalle mareggiate all’imboccatura e poi tutto il canale».

Basterà trovare una sistemazione ai milioni di metri cubi di sabbie dragate. Che forse è una lacuna gestionale da anni visto che come noto il dragaggio è periodicamente necessario.
«Servirà individuare una soluzione in grado di non consumare territorio ma capace di reggersi con i volumi di materiale prodotti dal nostro porto. Bisogna pianificare».

Sarà materia sulla scrivania anche del prossimo sindaco. Elezioni nella prossima primavera: cosa chiederebbe al futuro inquilino di Palazzo Merlato?
«Mi accontenterei che fosse onesto e leale verso le persone che lo avranno votato, come quello attuale. E spero sia una persona con valori politici forti perché senza la politica non si va da nessuna parte e ultimamente sta succedendo questo, a Ravenna come nel resto d’Italia: molti uomini si sono appropriati della rappresentanza per i propri fini, in questo Berlusconi è stato un ottimo insegnante».

Nella girandola di nomi che circolano in queste settimane ne vede qualcuno adatto?
«Uno in particolare. Non faccio nomi perché non spetta a me ma dico solo che lo vedo con le giuste competenze acquisite fuori dalla politica che tornerebbero utili per amministrare una città». Andrea Alberizia

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