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    Categoria: economia

Porto, i dubbi del Comune su impianto di trattamento fanghi e casse sommerse

Sindaco e vicesindaco annunciano il primo calendario di incontri
per discutere della nuova versione del Progettone per gli escavi

L’impianto definitivo per il trattamento dei fanghi e le casse di colmata sommerse per accogliere i fanghi di dragaggio entro le dighe foranee sono i punti della nuova versione del Progettone che lasciano maggiori perplessità dalle parti di Palazzo Merlato. In questo senso pare che vadano interpretate le ultime parole ufficiali del Comune nell’estenuante querelle tra enti locali e Autorità portuale cominciata dopo la riunione del comitato portuale del 21 ottobre in cui il presidente di Ap, Galliano Di Marco, ha illustrato la rimodulazione del piano per l’escavo dei fondali.

In una dichiarazione congiunta il sindaco Fabrizio Matteucci e il vicesindaco Giannantonio Mingozzi si esprimono così: «Sottolineiamo fin da ora che ci appaiono convincenti, nella nuova ipotesi progettuale, l’ipotesi di scavare a 12,50 metri fino a San Vitale, di rimodulare ma confermare gli escavi a 14,50 metri alla penisola Trattaroli e di escludere dal nuovo progetto le aree denominate Logistica 3 e 4 e S3 come aree di deposito dei fanghi. Condividiamo anche la non inclusione nel nuovo processo delle casse di colmata non più previste nell’ipotesi progettuale depositata dal Presidente di Autorità Portuale. Molti altri aspetti vanno invece approfonditi. A puro titolo esemplificativo: va studiata attentamente l’ipotesi dell’impianto di trattamento dei fanghi per risolvere in modo definitivo il problema della manutenzione dei fondali; va studiata approfonditamente la fattibilità tecnica e la sostenibilità delle casse a mare».

In buona sostanza si tratta della prima valutazione nel merito del nuovo Progettone fatta dal Comune dopo che – a seguito della lettera firmata dal sindaco con Natalino Gigante per la Camera di Commercio, Claudio Casadio per la Provincia e Gianni Bessi per la Regione – le accuse all’indirizzo del massimo dirigente di Ap erano state per i toni e i modi, rifiutando ultimatum di Di Marco con riferimento particolare alla richiesta di arrivare a un voto del comitato sul progetto entro due-tre settimane.

Il primo cittadino aveva promesso un ciclo di incontri per discutere il nuovo progetto con tutti i soggetti coinvolti: «Abbiamo incontrato il presidente del consiglio territoriale del Mare, Davide Benazzi, e la consigliera comunale Mariella Mantovani per definire il calendario di incontri. Naturalmente il tema principale del confronto con la comunità di Marina di Ravenna avrà come oggetto l’ipotesi progettuale della realizzazione delle casse a mare. D’intesa con la Regione, la Provincia e la Camera di Commercio abbiamo anche iniziato a definire il calendario dei nostri incontri con le associazioni economiche e degli operatori portuali. Ecco un primo parziale calendario: il 27 ottobre con l’Unione Utenti (Comitato autotrasporto, Agenti marittimi, Spedizionieri internazionali,Terminalisti, Armatori, Ascom) e a seguire con i sindacati; il 5 novembre con Nomisma, incaricata da Confindustria di uno studio sul porto; il 9 novembre con il tavolo delle associazioni d’impresa. Abbiamo anche iniziato a fissare i nostri incontri con i singoli componenti del comitato portuale: il 26 ottobre il comandante Giuseppe Meli (capitaneria di porto), il 27 ottobre Luca Vitiello (armatori) e Andrea Gentile (imprenditori), il 28 ottobre Veniero Rosetti (autotrasportatori). Infine, confermiamo che l’incontro con il ministro Delrio si svolgerà il 10 di novembre».

L’amministrazione comunale poi ha voluto replicare a Angela Stanghellini, rappresentante dei lavoratori di Ap nel comitato che (vedi correlati) si chiedeva perché non siano state fatte domande ala riunione del comitato e perché la volontà di approfondire il tema arrivi solo ora dopo diverse approvazione del consiglio comunale: «Mercoledì scorso il comitato ha deciso di ascoltare la relazione del presidente, fare domande ma di non aprire la discussione. Il consiglio comunale conoscerà per la prima volta la nuova ipotesi progettuale, sensibilmente diversa dalla prima, il 5 novembre, con la riunione delle commissioni consiliari. Il consiglio comunale non può dunque aver approvato più volte alcunché riferibile al nuovo progetto».