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    Categoria: economia

Traffici porto: in crescita per il quarto anno di fila. E nei container è record

In totale movimentati 24,7 milioni di tonnellate e 244mila teu
Di Marco (Ap): «Presentati i tre progetti per i lavori di dragaggio»

Il 2015 è il quarto anno consecutivo in cui il porto di Ravenna registra traffici in aumento rispetto all’anno precedente e segna il nuovo record ravennate nei container. È il riassunto fatto dall’Autorità portuale a corredo dei dati di dicembre che consentono il bilancio consuntivo dei traffici. «Non posso che esprimere grande soddisfazione – di Galliano Di Marco, presidente di Ap – perché i numeri fanno giustizia delle parole e dimostrano che il porto di Ravenna è tutt’altro che abbandonato, come qualcuno ha osato dire di recente, e noi non ci siamo mai seduti sugli allori né ci siamo depressi dopo i quotidiani attacchi che abbiamo subito su stampa locale e nazionale dai soliti noti».

Nel dettaglio il 2015 ha totalizzato una movimentazione di 24,7 milioni di tonnellate (1,14 percento in più rispetto al 2014): gli sbarchi hanno avuto una crescita, rispetto al 2014 del 3,2 percento, arrivando a 21 milioni di tonnellate mentre gli imbarchi ammontano a 3,7 (-9 percento) «in linea con il trend sia italiano che regionale sull’export». Con 244.813 teu, 22.265 in più del 2014 (+10 percento), Ravenna supera il record precedente del 2013 di circa 226mila. «La crescita si è registrata sia al terminal Tcr che a quello Setramar, dove evidentemente il management è riuscito a trovare il modo di superare il problema dei fondali».

Ora in agenda la necessità di definire le modalità per i lavori di dragaggio. «Abbiamo inviato al tavolo tecnico del ministero il 19 gennaio scorso, esattamente a due mesi dalla riunione del 19 novembre 2015 nella quale erano presenti anche gli enti locali, la relazione di rimodulazione per il Cipe con tre soluzioni, due con casse a mare e una senza casse a mare. Di ogni soluzione sono stati studiati vantaggi e svantaggi, analizzati costi e benefici. Adesso il Mit invierà il documento alla Regione Emilia Romagna e al Comune di Ravenna per poi convocare nuovamente il tavolo tecnico anche con gli enti locali, al fine di decidere al più presto quale soluzione adottare per il dragaggio del porto. Quella è ormai la sede delle decisioni e bisogna decidere senza perdere altro tempo: rispetto al Comitato del 21 ottobre scorso abbiamo già perso tre mesi ed altri ne perderemo. Questo tempo purtroppo non si può recuperare».

Il mandato di Di Marco scade il prossimo 2 marzo. La scadenza si intreccia con la campagna elettorale per le comunali ma anche con l’approvazione della legge di riforma del porto che è avviata verso una modifica, tra le altre, degli enti coinvolti nella designazione: sarà una questione Stato-Regione senza che gli enti locali (Comune, Camera di Commercio e Provincia) presentino la terna di nomi come è stato finora. «Quanto alla Riforma Delrio, ancora una volta vediamo che alcune Regioni ed enti locali italiani si arrogano il diritto di decisione, dopo anni ed anni di blocco causati proprio dalla politica locale e speriamo che stavolta il Governo non abbia ripensamenti. Aldilà del numero delle Autorità Portuali, contano i contenuti del provvedimento, che è solo il primo passo verso una Riforma più radicale e che spinge le 15 Autorità di Sistema ad allearsi tra di loro. Stiamo lavorando con Venezia cui abbiamo proposto un’alleanza strategica sulla falsariga di importanti esperienze internazionali di successo. La riforma deve essere l’occasione per azzerare definitivamente quella politica marittima che non vuole la crescita, influenzata eccessivamente dalla politica locale, poco innovativa e molto consociativa, e vittima delle rendite di posizione di pochi contro l’interesse di tutti. In tal senso, la nomina dei nuovi presidenti delle Autorità di Sistema avrà un valore paradigmatico. Altrimenti sarà l’ennesima occasione persa per il nostro Paese».