In sette anni hanno chiuso oltre 2.500 imprese del commercio e del turismo

L’allarme di Confesercenti, che presenta ai candidati a sindaco
le proprie proposte per salvare i piccoli negozi, bar e ristoranti

Negli ultimi sette anni, fino al 31 dicembre scorso, in provincia di Ravenna hanno cessato la loro attività 1.843 imprese del commercio e 675 imprese del turismo. Anche nei primi due mesi di quest’anno il saldo (tra aperture e chiusure) è stato negativo di 8 imprese nel commercio e 9 nel turismo (complessivamente in provincia il saldo è stato di -51 nel primo bimestre 2016 nelle imprese del commercio al dettaglio, che complessivamente sono 3.384). Sono i dati dell’osservatorio della Confesercenti, riportati dal presidente comunale Gianluca Gasperoni che accusa anche la politica locale di essere rimasta praticamente indifferente di fronte a quella che definisce come una «ecatombe».

«I negozi, i bar, i ristoranti – commenta Gasperoni – sono più di altri importanti perché definiscono l’anima di una città, il suo volto più vero, il tratto distintivo che si porta a casa il turista. Se questo è vero dovrebbe interessare a chi si propone di governare la città». E per questo motivo Confesercenti presenterà le proprie proposte il 9 maggio ai candidati a sindaco. Tra queste, la richiesta per le imprese del commercio e del turismo di una «forte riduzione fiscale per Imu, tasse dei rifiuti e Tasi», quella di «sgravi nel forese per chi apre nuove attività commerciali», quella di «dar vita finalmente a un consorzio di commercianti del centro storico», quella di «investire su eventi di qualità che portino turisti e visitatori da fuori città» e infine la richiesta di bloccare autorizzazioni per nuovi centri commerciali.

«Come diceva qualche anno fa l’economista Sapelli – conclude Gasperoni – salvare i piccoli negozi è un problema politico».

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