«Il Pd vuole la presidenza di Sapir per impedire il rinnovamento del porto»

Ancisi (Lpr) chiede al sindaco un cambio di rotta. Assemblea dei soci il 3 agosto: il toto nomi sotto la lente del decano dell’opposizione

Il prossimo 3 agosto si terrà l’assemblea dei 182 soci di Sapir, società terminalista del porto di Ravenna a maggioranza pubblica, per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione e del suo presidente. Chi prenderà in mano il timone? Il toto nomi come al solito ha messo sul piatto diversi papabili candidati alla successione di Matteo Casadio alla presidenza e Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lista per Ravenna e decano dell’opposizione, è critico: «Il Pd pare voler mettere le mani sulla presidenza così da impedire che qualsiasi vento di rinnovamento e di apertura sollevi le acque stagnanti del porto di Ravenna. Le candidature circolate e mai smentite dopo le indiscrezioni di stampa, rispettano il copione semisecolare delle carriere che transitano fulmineamente dagli incarichi politici a quelli professionali o addirittura manageriali, dai ruoli di controllori a quelli di controllati». Per questo Ancisi chiede con urgenza al sindaco Michele de Pascale se, esercitando con fermezza la propria autorità istituzionale e politica, «intenda mettere fine al poltronificio Sapir, proponendo presidente, amministratori e sindaci vigilanti di tale società che siano in discontinuità coi sistemi di potere»

Il cda nominato a giugno 2013 e scaduto con l’approvazione del bilancio 2015 è così composto (sul sito internet di Sapir non è specificato): Matteo Casadio (presidente), Nicola Sbrizzi (vice), Roberta Suzzi, Paolo Baldrati, Giancarlo Ciani, Guido Ottolenghi, Roberto Rubboli (amministratore delegato), Claudia Ricci, Luca Grilli. Nel 2014 il cda in totale è costato alla società 214mila euro. Le principali partecipazioni nella compagine societaria sono queste: Ravenna Holding 18,5 percento, Carira 14, Fincoport 13,4, Camera di Commercio di Ravenna 11, Regione Emilia Romagna 10, Eni 8, Pir 7.

Di ognuno dei cinque nomi finora circolati per la presidenza, Ancisi ha tracciato un breve profilo con le sue personali valutazioni.

Carlo Pezzi. «Che abbandoni le cariche di presidente e amministratore delegato di Ravenna Holding, cassaforte societaria del Comune di Ravenna e di altri enti pubblici locali, per fare il presidente della Sapir, società partecipata alla grande dalla stessa, sarebbe il massimo cambio di casacca immediato tra un ente pubblico controllore e una società controllata. Nel suo curriculum ufficiale non si riscontra alcuna attività di lavoro svolta prima che cessasse, a 37 anni, dalla carica politica di assessore del Comune di Ravenna concessagli dal sindaco Mercatali nel 1999: dopodiché, risulta promosso politicamente manager di imprese pubbliche, prima come amministratore delegato di Romagna Acque, passando anche in Plurima ed Alpina come consigliere di amministrazione, nonché come amministratore unico di Atm Parking, poi ai vertici di Ravenna Holding».

Natalino Gigante. «Quale presidente della Camera di Commercio, di cui Sapir è una società consistentemente partecipata, si tratterebbe anche in questo caso di un cambio di casacca tra ente pubblico controllore e società controllata. Sul curriculum non c’è da discutere. Bastano e avanzano 15 anni di capo della Cna».

Mario Petrosino. «Seguirebbe le orme di Gigante, trasferendosi dalla Cna, di cui è responsabile comunale di Ravenna, alla Darsena San Vitale. Il suo curriculum politico/lavorativo è molto agitato. Tra il 1994 e il 1997 è stato dipendente a tempo determinato della Provincia, dell’azienda municipalizzata Amga, dell’Arci e della Camera di Commercio, una dopo l’altra. Diventato, nel 1997, consigliere Pds nella Seconda circoscrizione di Ravenna, si stabilizza nello stesso anno come dipendente di ruolo dell’Autorità Portuale, da cui, nel 2001, appena diventato, consigliere comunale Ds, si trasferisce nel 2002 alla Cna. Nel 2013, il presidente dell’Autorità Portuale Di Marco, allora nelle grazie del Pd, lo designa membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Istituto sui Trasporti e Logistica, costituita totalmente da enti pubblici della regione. Il 21 luglio scorso ne è stato nominato presidente dalla Regione Emilia Romagna. Si presume perciò che nel suo futuro di manager d’impresa brilli piuttosto l’Autorità Portuale».

Antonio Venturini. «Se ne parla certamente a sua insaputa. Perché il passaggio diretto a presidente della Sapir da presidente del collegio sindacale, organo di vigilanza che la legge impone rigorosamente indipendente dall’amministrazione societaria, potrebbe sollevare domande. Ma soprattutto perché la stretta famigliarità con la proprietà di una vastissima area destinata a logistica portuale (compresa nel Progettone dell’Autorità Portuale) potrebbe non accordarsi con gli interessi della Sapir, proprietaria di altri terreni di pari destinazione».

Romano Argnani. «Non è dato sapere se sia candidato ad essere nuovamente nominato membro effettivo del collegio sindacale stesso, a prescindere dal titolo scolastico posseduto di licenza media inferiore. Ma ci si deve chiedere come per tanti anni tutti abbiano ignorato che questo incarico è incompatibile con la sua vice-presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio per divieto dell’art. 4 della legge Ciampi (decreto legislativo 153 del 1999) e dell’art. 11.2 dello Statuto fondativo».

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