A Ravenna una casa su 4 è sfitta È la percentuale più alta in Italia

Media comunale superiore a quella regionale e nazionale
Maestri (Possibile): «Patrimonio da utilizzare per poveri e disagiati»

A Ravenna una casa su quattro è sfitta: è il primo comune a livello nazionale per la case vuote (28,37 percento per 27.118 immobili). Precede di poco Reggio Calabria (27,3 percento e 26.214 immobili). La media regionale è del 20,4 e quella nazionale del 22,6. È quanto emerge da un’analisi sulle abitazioni di Solo Affitti, franchising immobiliare specializzato nella locazione con 340 agenzie.

«Facciamo in modo che – commenta Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – questo grande patrimonio immobiliare a disposizione in Italia possa soddisfare il fabbisogno abitativo e faccia rivivere i piccoli e medi centri storici del nostro Paese. Occorre un progetto governativo chiaro sulla casa e sulle locazioni attraverso agevolazioni fiscali per proprietari e inquilini, come avviene in tanti altri Paesi europei. Un buon passo in questa direzione è la tassazione fissa al 21 percento della cedolare secca per i contratti a canone libero e al 10 percento per i contratti a canone concordato. Occorre, tuttavia, far conoscere di più queste agevolazioni e spingere le amministrazioni comunali a convocare le associazioni di proprietari e inquilini per rinnovare gli accordi sui canoni di locazione».

L’onorevole ravennate Andrea Maestri (Possibile) ha commentato i numeri che riguardano la sua città: «Questo dato drammatico rivela da una parte la presenza di un ingente patrimonio immobiliare non valorizzato e dall’altra la possibilità di una risposta concreta al bisogno, direi anzi alla fame di abitazioni di un numero sempre maggiore di cittadini poveri e disagiati. La possibilità di fare incrociare proficuamente questa enorme disponibilità di immobili con il bisogno sociale primario di una casa spetta alle istituzioni. Che possono intervenire, come suggerito dalla stessa società che ha condotto la ricerca, con la leva fiscale ma che devono immaginare anche misure forti e immediate ispirate all’art. 42 della Costituzione, perché l’emergenza abitativa di tante famiglie non può persistere in una comunità civile e coesa a fronte di una simile situazione».

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