Cambio al bancone: Ramiro, Belli e Cavour acquistati per 700mila euro

I tre storici bar passano a una società di Treviso: «A Ravenna si pagano anche 5 euro per un prosecco. Mi pare tanto, da noi sarà a 3»

In un colpo solo in meno di sei mesi la gestione di tre bar tra i più noti del centro storico di Ravenna passerà di mano finendo sotto un’unica proprietà: da settembre il Caffè Ramiro, dal 7 ottobre il bar Cavour (non il Caffè Corte Cavour come erroneamente scritto in precedenza) e da febbraio il bar Belli diventeranno locali della società Quintavalle di Treviso per un investimento complessivo da 700mila euro. Francesco Polo e Lodovico Miotto sono gli imprenditori che sbarcano in Romagna ma i nomi dei locali non cambieranno: «Sono delle istituzioni per i ravennati e dei punti di riferimento nei loro discorsi: “Ci troviamo da Ramiro” abbiamo capito che è una frase con un significato. Teniamo i nomi e sarà la clientela ad accorgersi della nuova gestione».

L’avventura ravennate è cominciata dal Ramiro: «Un’agenzia ha saputo che stavamo trattando e ci ha proposto anche gli altri locali – racconta Polo –. La società con cui arriviamo è nata cinque anni fa ma con altre società siamo nel settore da sempre, abbiamo già una decina di bar tra Treviso e Conegliano. Come andrà questo nuovo investimento è difficile dirlo adesso, lo scopriremo solo vivendo, come dice Battisti». Un altro avamposto a Ravenna potrebbe essere nell’ampliamento del centro commerciale Esp: trattative in corso partendo dai rapporti già esistenti con la società proprietaria di un centro in Veneto.

Ai due veneti non mancano le ambizioni: «L’obiettivo è migliorare i fatturati del 30 percento». Con quali strategie? Prima di tutto nuovi servizi e miglioramento di quelli esistenti: «Puntiamo molto sui tabacchi aumentando l’assortimento ma anche offrendo servizi che non garantiscono grandi entrate economiche ma portano più gente dentro al locale e qualcuno che consuma poi c’è sempre. Ad esempio da Ramiro ora abbiamo i biglietti dell’autobus e i pagamenti delle bollette. Le percentuali per noi sono ridicole, ogni mille euro incassati a noi ne restano venti ma le persone che entrano per quel motivo poi consumano».

Il rilancio passerà anche da una strategia più aggressiva per i prezzi di certi prodotti: «Dalle nostre parti in Veneto un bicchiere di prosecco di quello buono si paga due euro e cinquanta. A Ravenna in centro lo trovo a 4,50 o 5, mi sembra tanto. Noi faremo prosecco a tre e spritz a tre e cinquanta e daremo comunque qualche stuzzichino». Un’altra filosofia per l’aperitivo: «In Veneto non c’è l’abitudine dell’apericena che vediamo a Ravenna dove si pagano 7 euro per un bicchiere e poi c’è di tutto al buffet. Da noi magari si fanno due bevute con qualcosa da stuzzicare e poi si va a cena da un’altra parte». In tutto questo un ruolo importante l’avrà certamente la cantina vinicola di Miotto. Ma nel progetto imprenditoriale c’è grande peso anche per il personale: «Per ora abbiamo dieci dipendenti per i primi due bar. Noi saremo a Ravenna ogni tanto ma in nostro assenza sarà Valentina Cacace a occuparsi del coordinamento. Crediamo molto nell’approccio del personale, il sorriso e la cortesia fanno la differenza. Chi tornerebbe in un bar se la prima volta che entra trova una barista musona?».

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