Diminuisce il peso del fisco sulle Pmi nei quattro principali comuni in provincia

Cna presenta i risultati di una ricerca sul total tax rate: la percentuale è scesa di un punto e ora è 59,5 (media italiana a 61)

Il peso del fisco sul reddito delle piccole e medie imprese (Pmi) nei quattro principali comuni della provincia di Ravenna è il 59,5 percento, un punto in meno rispetto al 2015. La media nazionale è 61. Sono i dati del cosiddetto “total tax rate” emerso dalla ricerca prodotta dalla Cna nazionale su richiesta della Cna ravennate e presentata ieri sera, 10 novembre.

La media del total tax rate dei quattro comuni – ha detto il responsabile delle politiche fiscali della Cna nazionale, Claudio Carpentieri – è il frutto di un total tax rate che a Cervia si colloca al 62,9 percento, a Ravenna al 59,6, a Lugo al 59,3 e a Faenza al 56,1. Quindi, la posizione dei quattro comuni ravennati, globalmente intesi, si collocherebbe attorno al 78esimo posto rispetto alla classifica nazionale, scalando dieci posizioni rispetto allo scorso anno».

Secondo l’analisi dell’associazione di categoria, i dati farebbero emergere «un sistema fiscale malato che richiede cure appropriate». La ricetta Cna cerca di intervenire su tre punti specifici: «Ridurre la pressione fiscale garantendo, al contempo, maggiore equità nel prelievo tra diversi redditi da lavoro; invertire sensibilmente la tendenza di questi anni di trasferire sulle imprese gli oneri dei controlli; usare intelligentemente la leva fiscale per aumentare la domanda interna».

Dopo la presentazione dei dati si è svolta una tavola rotonda a cui hanno partecipato i sindaci dei quattro comuni coinvolti nella ricerca. Michele de Pascale (Ravenna) ha evidenziato come occorra creare sempre di più un meccanismo affinché i cittadini possano percepire la qualità del servizio e avere la consapevolezza di come vengano spesi concretamente i loro soldi. Davide Ranalli (Lugo) ha insistito molto sulla necessità di rivedere l’organizzazione istituzionale allo scopo di semplificare le procedure. Alla domanda su cosa i sindaci farebbero se ci fosse un recupero dell’autonomia impositiva, Giovanni Malpezzi (Faenza) ha risposto affermando che agirebbe subito sull’articolazione delle aliquote, attuando sgravi a favore di aziende che ampliano le proprie strutture e realizzando contemporaneamente un incremento occupazionale mentre Luca Coffari (Cervia) introdurrebbe subito la tassa di soggiorno, utile per riqualificare il territorio e l’offerta turistica e per rimettere in moto l’edilizia e l’economia locale.

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