Nessuna offerta per il bando di Hera per la raccolta dei rifiuti in provincia

Cgil: «Base d’asta di 18 milioni annui troppo bassa o c’è altro?»
La multiutility replica: «Cifra era superiore alle offerte precedenti»

Nessuna impresa o consorzio ha presentato un’offerta economica al bando di Hera per la raccolta rifiuti nella provincia di Ravenna. Lo rende noto il sindacato Cgil che dice di guardare con preoccupazione all’evoluzione di una vicenda che nei mesi scorsi è stata al centro delle cronache locali per i disagi sorti al momento del precedente cambio di appalto.

Riassunto delle puntate precedenti: a metà aprile il servizio è passato dal gruppo Ciclat al consorzio lombardo Ambiente 2.0 (guidato dalla Aimeri del gruppo Biancamano, vedi tra i correlati maggiori info) che si era aggiudicato la gara pubblica bandita dalla multiutility piazzandosi in graduatoria proprio sopra al raggruppamento romagnolo. Tutto da capo nemmeno un mese più tardi: alla luce di inadempienze emerse nell’attività di raccolta è arrivata la risoluzione consensuale tra Ambiente 2.0 e Hera e quest’ultima ha poi proceduto con un affidamento provvisorio con urgenza con trattativa privata al gruppo Ciclat mentre la multiutility predisponeva il nuovo bando. E l’8 settembre scorso è scaduto il termine per la presentazione delle domande del nuovo bando che aveva una durata di dodici mesi (rinnovabile per altri dodici) con un costo di 18,5 milioni di euro e a differenza del precedente prevedeva un peso maggiore per l’offerta tecnica nella valutazione dei concorrenti: 70 punti su 100 all’aspetto tecnico e 30 all’offerta economica, con l’intento di ridurre lo spessore del minimo ribasso.

In uno scenario in cui la gara è andata deserta, Cgil dice di avere una sola certezza: «Fino ad ora ci hanno rimesso i lavoratori. C’è chi ha perso l’impiego, chi è tornato a contratti part time, chi ancora non si vede riconosciuti tutti i diritti maturati e tutte le competenze economiche del contratto nazionale da applicare». Il sindacato aveva già sollevato molte perplessità in merito alla base d’asta scesa dai 22 milioni di euro di febbraio 2016 ai 18 attuali: «La multiutility giustificò questa diminuzione della base d’asta con lo scorporo della pulizia dell’arenile dalla gara».

Il segretario provinciale della Cgil, Costantino Ricci, si chiede cosa ci sia dietro una gara andata deserta: «È legittimo ipotizzare che il bando di gara sia andato deserto perché la base d’asta è stata ritenuta troppo esigua rispetto alla mole di lavoro da svolgere e garantire? Se così fosse, riteniamo che Hera debba assumersi in pieno la responsabilità di questa situazione e che debba trovare una soluzione per non mettere in difficoltà le comunità della nostra provincia e i lavoratori. Se invece le motivazioni dovessero essere altre, sarebbe ancora più grave. Hera è concessionaria del servizio che gli enti locali le hanno affidato, ne ha la responsabilità, quindi svolga il servizio direttamente se non è in grado di subaffidarlo».

A distanza di poche ore è arrivata la replica di Hera che non smentisce la circostanza della gara andata deserta: «Per quanto concerne l’importo posto a base d’asta, si evidenzia che risulta superiore al valore offerto da entrambi i concorrenti della precedente gara, a parità di perimetro di attività. Hera non entra nel merito delle scelte operate dall’attuale fornitore e/o di altri potenziali». A proposito invece delle tutele per i lavoratori, la società fa sapere di aver sottoscritto, proprio con la stessa Cgil e le altre organizzazioni sindacali nazionali di categoria, un apposito protocollo per convenire le regole di piena applicazione delle norme previste dal nuovo codice degli appalti, incluso l’obbligo di adozione del contratto collettivo nazionale di lavoro, coerente con il settore di attività (nella fattispecie Fise/Utilitalia – Servizi Ambientali).

CGIL BILLB REFERENDUM 09 – 16 05 24
RFM 2024 PUNTI DIFFUSIONE AZIENDE BILLB 14 05 – 08 07 24
SAFARI RAVENNA BILLB 13 – 19 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24