X
    Categoria: economia

L’azienda conferma: chiude Western Atlas. Il Comune: «Vicini ai lavoratori»

Il 20 dicembre sciopero nazionale di 8 ore a sostegno della vertenza

I primi 27 dipendenti sono stati licenziati il 23 novembre, gli altri 19 lo saranno nei 120 giorni previsti dalla procedura, nonostante vi siano ancora a disposizione mesi di cassa integrazione e contratti di lavoro acquisiti, ancora da onorare. Arriva dall’Abruzzo la conferma della chiusura della sede di Ravenna di Western Atlas, l’azienda del settore petrolifero che da oltre trent’anni lavora in città. La direzione aziendale di Baker Hughes – che la controlla – ha incontrato i sindacati nella sede di Confindustria Chieti-Pescara, ribadendo il concetto.

«Le segreterie nazionali – si legge in una nota inviata alla stampa dai sindacati – hanno chiesto al management di recedere dalla procedura dei licenziamenti ed assorbire tutto il personale di Western Atlas, come consigliato al Mise dal dottor Castano nell’incontro del 4 novembre scorso. In più riprese, Castano aveva chiesto chiarimenti al vicedirettore Russel in merito ai comportamenti tenuti dall’azienda, spesso confusi e incomprensibili e dalle evidenti inosservanze, suggerendo alla stessa di assorbire in toto il personale di Western Atlas in Baker Hughes, in modo da poter continuare le attività in corso».

L’azienda, però, di fatto ha ribadito le direttive ricevute dal management e proseguirà nella chiusura dell’attività, chiudendo definitivamente Western Atlas a Ravenna, pur consapevole di non poter più offrire in Italia un servizio così importante e strategico nella attività dell’oil&gas (con personale dall’elevata formazione operativa e conoscenza della sicurezza, nell’utilizzo di esplosivi e sorgenti radioattive).

Anche per la sede di Cepagatti il management è irremovibile e intende proseguire nella procedura di licenziamento di 7 persone, procedura per la quale è stato firmato un Verbale di mancato accordo, attivando così il percorso istituzionale e rinviando il confronto nelle sedi ministeriali.

In virtù di tutto questo le segreterie nazionali hanno comunicato la rottura delle relazioni sindacali. «Le stesse – viene assicurato in una nota – seguiranno assiduamente il percorso istituzionale con l’obiettivo di impedire alla multinazionale che si è presa gioco di tutti, Istituzioni comprese, di proseguire a sfruttare risorse e territori, ma soprattutto impedire il depauperamento del know-how e della preparazione raggiunta dai lavoratori, proprio adesso che timidi segnali positivi derivanti dal mercato internazionale di settore, fanno intravedere un’inversione di tendenza che fa ben sperare. La stessa acquisizione da parte di General Electric del Gruppo Baker Hughes ne è la prova. La notizia dell’operazione inizialmente ha fatto ben sperare i lavoratori di Ravenna, Pescara, Viggiano e Milano, ma l’operazione su scala mondiale prevede tempi tecnici medio lunghi. Si rischia di arrivare all’operazione senza più le professionalità fidelizzate in azienda mettendo a rischio la capacità operativa, ma inevitabilmente anche la qualità della sicurezza, che sommata alla rinuncia di attività strategiche come la “Wire Line” condizionerebbero inevitabilmente la capacità operativa di General Electric in Italia».

Le segreterie nazionali indicono uno stato di agitazione e uno sciopero nazionale di 8 ore per il giorno 20 dicembre a sostegno della vertenza.

Solidale con i lavoratori anche il Comune di Ravenna, con l’assessore Massimo Cameliani che ribadisce «l’incoerenza di cessare la produzione nel sito di Ravenna, alla luce degli accordi tra ministero dello Sviluppo economico e Regione Emilia Romagna, che la considerano come città fondamentale per le attività estrattive, e del confermato interesse di Eni.
Condividiamo al cento per cento la posizione delle segreterie nazionali e locali dei sindacati, che hanno chiesto al management di recedere dalla procedura dei licenziamenti ed assorbire tutto il personale di Western Atlas in Baker Hughes, in modo da poter continuare le attività in corso. Le condizioni per proseguire nelle attività e per salvaguardare i posti di lavoro ci sono, perché ci sono ancora a disposizione mesi di cassa integrazione e contratti di lavoro acquisiti. Ribadiamo la nostra totale vicinanza ai lavoratori, che si preparano a uno sciopero nazionale di otto ore per il 20 dicembre».