Spiagge, concessioni demaniali: approvata la legge delega per la riforma

Testo all’esame del Parlamento poi sei mesi per legiferare. Soddisfatto l’assessore regionale, il ravennate Corsini. Cna preoccupata

Il Consiglio dei ministri, nella riunione del 27 gennaio, ha dato il via libera alla delega sul riordino della normativa per le concessioni demaniali alle spiagge. La delega, che ora passa all’esame del Parlamento, traccia le linee guida sulle quali il Governo dovrà poi legiferare: sei mesi di tempo per varare la riforma delle concessioni sulla base dei principi contenuti nel disegno di legge. Sarà fissato un periodo transitorio per garantire la continuità aziendale, il riconoscimento del valore commerciale dell’impresa e l’indennizzo degli investimenti non ammortizzati. Come noto, la vicenda ha origine dalla decisione della Corte di Giustizia Europea che il 14 luglio 2016 aveva dichiarato illegittima la proroga automatica delle concessioni in vigore nel nostro Paese fino al 2020, perché incompatibile con il diritto europeo. Il tema, come facilmente comprensibile, riguarda da vicino il territorio ravennate con i suoi km di spiagge (vedi articoli correlati).

«Questa legge delega è un passo in avanti importante per l’approvazione di un testo organico sulle concessioni demaniali e, soprattutto, premia il lavoro fatto dalla Regione Emilia Romagna che ha operato col Governo, le altre amministrazioni regionali e i parlamentari del territorio costiero romagnolo per arrivare a questo risultato. Un mio personale plauso va all’esecutivo e, in particolare, al ministro Enrico Costa». Questo il commento dell’assessore regionale al Turismo e Commercio, il ravennate Andrea Corsini. Secondo l’assessore, il testo approvato tutela il lavoro e la professionalità delle imprese, riconosce il valore commerciale delle aziende e crea le condizioni per dare certezza al lavoro degli imprenditori balneari: «Auspichiamo che il Governo possa approvare i relativi decreti attuativi entro il termine della legislatura».

La nuova normativa dovrà prevedere criteri e modalità di affidamento delle concessioni mediante procedure di selezione, che rispettino i principi di concorrenza, qualità paesaggistica e sostenibilità ambientale, di valorizzazione delle peculiarità territoriali e che tutelino gli investimenti, i beni aziendali e il valore commerciale, tenendo conto della professionalità acquisita. Prevista, inoltre, la revisione del regime dei canoni concessori.

Cna Balneatori di Ravenna esprime preoccupazione per il disegno di legge delega: «I criteri indicati per l’affidamento delle concessioni non garantiscono adeguatamente la continuità delle imprese in attività, con il rischio di metterle in ginocchio e di vanificare i costosi investimenti, in corso, di adeguamento delle strutture. Crea ulteriore incertezza, inoltre, la mancata previsione della durata precisa del periodo transitorio intercorrente tra l’attuale e la nuova disciplina delle concessioni». Secondo Nevio Salimbeni, responsabile di Cna Balneatori Ravenna, il testo approvato contiene una serie di dichiarazioni di principio senza offrire alcuna certezza agli imprenditori che attualmente gestiscono gli stabilimenti balneari: «In questo modo si va diritti verso le evidenze pubbliche con il rischio di vanificare il lavoro e gli investimenti di tante imprese. La scelta fatta dal Governo, infatti, rinvia le reali decisioni da prendere, ci mette in condizioni peggiori rispetto agli altri Paesi del Mediterraneo e rappresenta una lesione del diritto d’impresa. Nelle prossime settimane ascolteremo in assemblea la viva voce degli imprenditori per decidere le forme di contrasto».

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