Le tre associazioni provinciali della Confederazione italiana agricoltori hanno dato vita a un soggetto unico con sede a Cesena
L’organizzazione di rappresentanza degli agricoltori e fornitrice di servizi alle imprese e alle persone, arrivata al quarantennale dalla nascita, nella sua nuova dimensione romagnola è fotografata da questi numeri: 5.793 titolari d’azienda, 802 coadiuvanti (familiari e parenti dei titolari che lavorano nelle aziende a tempo indeterminato), 18.252 soci (fra persone e aziende), 26.687 clienti complessivi per i servizi alla persona, 106 dipendenti a tempo indeterminato, 35 sedi distribuite in tutto il territorio dell’area vasta, 7,3 milioni di euro di valore della produzione. La sede amministrativa è a Cesena.
Le cariche della governance fino al 25 gennaio – giorno in cui si svolgerà la prima assemblea elettiva di Cia Romagna che avrà poi il compito di eleggere la direzione, il presidente e i vicepresidenti e approverà il documento programmatico – sono così articolate: Danilo Misirocchi, già presidente di Cia Ravenna è il neo presidente di Cia Romagna; Lorenzo Falcioni, già presidente della Cia di Rimini, è il neo vicepresidente vicario di Cia Romagna; Guglielmo Mazzoni, già presidente di Cia Forlì-Cesena è il neo vicepresidente di Cia Romagna.
La struttura operativa è guidata da Fabrizio Rusticali (già direttore della Cia di Ravenna). Claudio Bertuccioli è il responsabile dei servizi alle imprese (già direttore della Cia di Rimini) e Miriam Bergamo è la responsabile dei servizi alla persona (già direttrice del Patronato Inac della Cia di Ravenna): «Le parole d’ordine sono centralizzazione di alcuni servizi, come ad esempio quelli dell’amministrazione, delle paghe e dell’Iva, realizzazione di economie di scala, consolidamento di servizi già affrancati e avvio di nuovi servizi».