Il Cane a Sei zampe fa il punto della situazione sull’attuazione degli impegni presi ad aprile 2017 e conferma i due miliardi di euro nei prossimi quattro anni per il distretto di Ravenna
«In questi primi 9 mesi – scrive Eni in una nota – è stata avviata una nuova campagna di perforazione con l’uso di due impianti ed è stata incrementata significativamente l’attività di ottimizzazione della produzione. Inoltre, la produzione di gas naturale, che nel 2017 si è attestata a circa 2,8 miliardi di metri cubi, potrà raggiungere i 4 miliardi di metri cubi realizzando tutte le attività programmate. A testimonianza della centralità di Ravenna nella strategia di Eni in Italia, è stata avviata la rivalutazione del potenziale minerario nell’offshore adriatico attraverso la rielaborazione dei dati sismici denominati “3D Adria” in corrispondenza di una vasta area con estensione pari a 10mila kmq. Il progetto sfrutta le importanti capacità di calcolo del Green Data Center Eni, uno dei più potenti centri in Europa, che permette di accelerare la definizione dei nuovi obiettivi esplorativi e la conseguente attività di perforazione».
Eni ha, inoltre, confermato il programma quinquennale di chiusura mineraria relativo al distretto centro-settentrionale che interesserà 13 strutture offshore non produttive e circa 30 pozzi. A tal proposito è stato già emesso un bando europeo per la qualifica dei fornitori per il segmento del decommissioning offshore. Entro il 2018 Eni prevede l’avvio delle prime gare per le operazioni e dei primi interventi di chiusura: «Il piano è caratterizzato da una elevata sostenibilità ambientale, economica e sociale e l’importante sostegno da parte dell’amministrazione comunale e degli stakeholder locali conferma come Ravenna rappresenti un esempio virtuoso di coesistenza tra impresa e territorio, in cui le attività per la produzione di gas naturale beneficiano di un network infrastrutturale già esistente e di un indotto di alto livello».