In provincia di Ravenna reddito di solidarietà regionale a 552 nuclei familiari

Da giugno nuove regole per l’accesso alla misura a sostegno delle fasce di popolazione più povere

Reddito SolidarietaIn provincia di Ravenna sono 552 i nuclei familiari che hanno ottenuto il reddito di solidarietà dell’Emilia-Romagna, la misura voluta dalla Regione per contrastare la povertà.

Da giugno sono in vigore nuove regole, necessarie per integrare il Res con il sistema di norme previste a livello nazionale dal Reddito di inclusione (Rei). Il contributo mensile per una persona passa dagli attuali 80 a 110 euro – cifra minima garantita – fino a un massimo di 352 euro per un nucleo composto da 6 persone (l’importo del sussidio si modula secondo la scala di equivalenza Isee, parametro che permette di confrontare situazioni familiari differenti, sulla base del numero di componenti la famiglia stessa). Quanto ai requisiti, potrà essere richiesto con un Isee non superiore a seimila euro l’anno, il doppio rispetto ai tremila precedenti, e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro. Sale inoltre da 12 a 18 mesi la durata del beneficio, trascorsi i quali non potrà essere rinnovato se non dopo sei mesi, e soltanto per un anno. Infine, è necessaria la residenza in Emilia-Romagna da almeno 24 mesi continuativi. La giunta regionale ha stanziato 33 milioni di euro per il 2018 e 35 per il 2019.

Il Res non si configura più quindi come alternativo alla misura nazionale, diventa invece una misura integrativa – universalistica e per tutti – che ne rafforza la portata per i soli residenti in regione.

«Il Reddito di solidarietà è ormai una realtà ampiamente diffusa in tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna e questo è motivo di grandissimo orgoglio e soddisfazione per noi – a sottolinearlo la vicepresidente della Regione e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini, in conferenza stampa per presentare il primo monitoraggio sul Res –. Basti pensare che solo un anno fa le persone in povertà estrema non avrebbero avuto niente, mentre ora possono ricevere un aiuto economico, seppure circoscritto, e una proposta di coinvolgimento attivo nella società o nel mercato del lavoro».

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