Confcommercio e Pigna chiedono un regolamento comunale sulle sagre paesane

Secondo Fipe il giro d’affari di queste manifestazioni in provincia è di 37 milioni di euro. La lista civica: «Concorrenza sleale favorita dal Comune»

PiadinaIn autunno il Comune si troverà con ogni probabilità ad affrontare la questione delle sagre paesane. Confcommercio in mattinata, con il presidente provinciale Paolo Caroli, chiede che sia applicato un regolamento per gestire questi eventi. Al momento il regolamento è stato adottato solo a Faenza ma Fipe Confcommercio (il sindacato che riunisce i pubblici esercizi) ha mandato una bozza a tutte le amministrazioni della provincia di Ravenna. Secondo le stime dell’osservatorio Fipe, il valore delle sagre paesane è di circa 37 milioni di euro.

«Sono oramai diversi anni che sollecitiamo le amministrazioni comunali della provincia, al fine di contrastare questa illegalità diffusa, a disciplinare con regole certe e quindi con un regolamento un comparto economico attualmente senza regole, così come previsto dalla legge regionale, approvata nel 2013 che prevede la definizione di un regolamento e di calendario annuale delle sagre, in maniera che restino solo quelle ‘vere’ e senza fini di lucro». Confcommercio si scaglia in particolare contro le sagre che promuovono prodotti che non hanno legami con il territorio.

Il tema è affrontato anche dalla Pigna che, con Veronica Verlicchi, chiede che le sagre paesane siano fatte con «prodotti tipici locali e con il coinvolgimento dei ristoratori». In particolare la consigliera sottolinea – così come Confcommercio – la differenza di trattamento per quanto riguarda imposte e gli adempimenti burocratici.  «La concorrenza sleale é favorita anche dall’incapacità dell’amministrazione a guida Pd di redigere un calendario di eventi che favorisca le attività economiche, e di conseguenza il turismo, invece di penalizzarle». Inoltre «la stessa amministrazione elargisce, peraltro senza pretendere alcuna rendicontazione, contributi comunali alle pro loco, ai comitati cittadini, a parrocchie ed addirittura ad imprese  che organizzano eventi enogastronomici che promuovono e valorizzazione prodotti di altre regioni o nazioni». La Pigna sottolinea anche che molto spesso delle società private collaborano con le pro loco per queste feste ma non i ristoratori.

«É indispensabile che le sagre coinvolgano gli operatori della ristorazione della località, a cui compete il compito di elaborare menu specifici per la valorizzazione dei prodotti locali.  Ho, quindi, depositato un ordine del giorno  che chiede al Sindaco e alla Giunta Comunale di elargire contributi solo ai soggetti che organizzano sagre e feste e che, attraverso il lavoro dei volontari,  promuovano solo prodotti tipici locali anche col coinvolgimento degli operatori  della  ristorazione del luogo. A questo proposito, é necessario che il Comune di Ravenna si doti al più preso, così come hanno già fatto altri Comuni più attenti, di un regolamento per le sagre e le feste».
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