Confcommercio: «Le finte sagre pagano le tasse su rifiuti e pubblicità?»

L’associazione torna a ribadire il mancato gettito per la ristorazione. Studenti a teatro per uno spettacolo sulla contraffazione

PAOLO CAROLI«Manifestazioni che non promuovono i prodotti tipici e non hanno legami col territorio ma sono vere e proprie attività commerciali: le finte sagre sono uno dei fenomeni illegali che merita la nostra attenzione sul territorio. Ad esempio pagano le tasse sui rifiuti e sulla pubblicità?». È una delle riflessioni di Paolo Caroli, presidente provinciale di Confcommercio a Ravenna, alla vigilia della quinta Giornata della Legalità in programma il 21 novembre, appuntamento annuale organizzato dall’associazione di categoria «per analizzare e denunciare l’entità e le conseguenze dei fenomeni criminali sull’economia reale e sulle imprese».

Il settore vale in Emilia-Romagna poco meno di 400 milioni di euro e 136 milioni di euro di valore aggiunto, secondo Confcommercio che stima una perdita di gettito quantificabile in 54 milioni di euro, secondo uno studio della Fipe (la Federazione nazionale che associa il più alto numero di esercizi pubblici): la perdita stimata di imposte dirette e contributi per la provincia di Ravenna è di circa sei milioni di euro.

«Oggi il fenomeno si è decisamente allargato. Non c’è solo la proliferazione delle ‘finte sagre’, ma assistiamo ad altre piaghe dell’abusivismo che sono in forte espansione e che stanno raggiungendo livelli preoccupanti come, ad esempio, i ristoranti in falsi agriturismi, i finti ‘home restaurant’, bar-ristoranti in circoli culturali e sportivi-ricreativi. Abbiamo chiesto più volte alle Amministrazioni di contrastare questa illegalità diffusa, di approvare un regolamento a livello locale, così come previsto dalla legge regionale del 2013 che prevede la definizione di un regolamento e di calendario annuale delle sagre, in maniera che restino solo quelle ‘vere’ e senza fini di lucro. L’unico Comune della provincia che ha adottato un regolamento e un calendario delle sagre è quello di Faenza, tutti gli altri hanno optato al momento di non disciplinare il comparto».

Nel sostegno alla legalità rientra la lotta alla contraffazione. Per aumentare la consapevolezza di quali possano essere gli effetti dell’acquisto di merci contraffatte, si è deciso di puntare su una comunicazione più immediata, quella del linguaggio teatrale e di destinare una particolare attenzione – oltre che alle imprese e alle istituzioni – al mondo della scuola, muovendo dalla convinzione che per la costruzione di una diffusa coscienza etica è utile e necessario lavorare con gli studenti, che sono già i consumatori di oggi, ma saranno i cittadini, gli imprenditori e i lavoratori di domani: giovedì 30 novembre, alle 10, al teatro Rasi di Ravenna andrà in scena la rappresentazione dello spettacolo teatrale interpretato da Tiziana Di Masi “Tutto quello che sto per dirvi è falso – Made in Italy e contraffazione” promosso da Confcommercio provincia di Ravenna, un esempio di teatro civile che affronta il tema della contraffazione in tutte le sue sfaccettature. Allo spettacolo saranno presenti 300 ragazzi delle scuole superiori della provincia di Ravenna.

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